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Gen 17, 2018 Marco Schiaffino Attacco non convenzionale, Malware, Minacce, News, Ransomware, RSS 2
I file non sono accessibili e sul computer compare una richiesta di riscatto per svariate migliaia di dollari. L’ennesimo ransowmare? No: è KillDisk, un malware che cancella i file senza dare alcuna opportunità di recuperarne il contenuto. Anche se si paga il riscatto…
A fare le spese di questo tipo di attacchi, negli ultimi giorni, sono state numerose società che operano nel settore finanziario in America Latina.
Il malware, in realtà, è stato sviluppato dai pirati informatici con uno scopo diverso. Secondo i ricercatori che ne hanno seguito l’evoluzione, in origine era infatti uno strumento utilizzato per cancellare tutti i dati sulle macchine compromesse con lo scopo di impedire agli analisti di risalire all’origine dell’attacco.
In seguito, però, KillDisk è stato modificato (limitatamente) per “emulare” un ransomware. La differenza, rispetto ai malware che prendono in ostaggio i dati attraverso un sistema di crittografia e chiedono un riscatto per recuperare i file, è che KillDisk non codifica i dati: si limita a cancellarli.
E c’è poco da stupirsi: a sviluppare KillDIsk sarebbe stato infatti un gruppo di pirati informatici di origine russa chiamato Telebots, specializzato nel cyber-spionaggio (ma forse sarebbe meglio parlare di cyber-sabotaggio) che in passato si è reso protagonista della diffusione di Sandworm (un malware che prendeva di mira gli impianti industriali – ndr) e dell’attacco che ha messo in ginocchio la rete energetica in Ucraina nel dicembre 2015.
Il gruppo sarebbe anche responsabile dell’attacco portato con NotPetya, il “finto ransomware” che ha devastato (sempre in Ucraina) uffici e aziende.

Prima si carica in memoria, poi cancella il suo stesso codice e, infine, si dedica a eliminare tutti i dati memorizzati sul PC infetto.
La nuova variante di KillDisk, esaminata nel dettaglio in un report dei ricercatori di Trend Micro, prende di mira il Master Boot Record (MBR) dei dischi fissi e ne sovrascrive alcuni settori, cancellando inoltre tutti i file e le cartelle nelle partizioni presenti sul computer.
Una volta completata la sua opera di devastazione, KillDisk programma un riavvio del computer (l’impostazione predefinita è di 15 minuti dopo la cancellazione dei file) che restituisce al proprietario una macchina che non è in grado di avviarsi. Anche una volta ripristinato l’MBR, però, cartelle e file saranno perduti per sempre.
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2 thoughts on “Non chiamatelo ransomware: KillDisk cancella i dati per sempre”