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Ago 08, 2018 Marco Schiaffino Gestione dati, In evidenza, News, RSS, Scenario, Tecnologia, Vulnerabilità 0
A leggere i quotidiani d’oltre oceano, sembra che gli Stati Uniti siano assediati da un esercito di hacker russi pronti a scatenarsi nell’esatto momento in cui partiranno le elezioni di Midterm, previste per il prossimo 6 novembre.
Nel West Virginia, però, sembra che il clima sia completamente diverso. Tanto che il piccolo stato (conta poco più di 1,8 milioni di abitanti) sta programmando di mettere nelle mani di Internet una bella quota dei voti che i suoi abitanti esprimeranno.
Dopo un progetto pilota che ha coinvolto due contee, l’amministrazione punta ad ampliare l’esperimento a 10 contee (su un totale di 55) per l’appuntamento di novembre.
Lo strumento scelto si chiama Voatz e si basa su un sistema di archiviazione dei voti distribuito basato su blockchain e una tecnica di verifica dell’identità con sistemi biometrici, che a quanto pare consisterebbero in una verifica tra un selfie che il votante si dovrebbe scattare e la fotografia di un documento registrato.
Il tutto suona bene (un po’ meno per la storia del selfie) fino a quando non si va a guardare i dettagli. Come riporta The Register, il clima che si respira intorno a Voatz non è proprio dei più esaltanti.
Per capirlo basta leggere i tweet di Kevin Beaumont, un ricercatore di sicurezza che ha “radiografato” i sistemi di Voatz per farsi un’idea del livello di sicurezza che può garantire.
Secondo Beaumont, il sito di Voatz gira su un sistema Apache non aggiornato, con un servizio SSH e un’installazione PHP altrettanto superati. Espone anche NTP, POP3. PHP3 e una versione del 2009 (sigh!) di Plesk.
Il database del sito, inoltre, avrebbe un pannello di amministrazione raggiungibile dall’esterno sulla porta 8080 senza protezione HTTPS.
Ciò che solleva le maggiori perplessità, però, è il sistema di conteggio dei voti. Questo avverrebbe interamente a livello dei server di Voatz, dove i token assegnati a ogni elettore verrebbero trasferiti al candidato e poi conteggiati. Un processo che, in caso di attacco da parte di un pirata informatico, sfuggirebbe completamente di controllo.
E visto che ci sono anche perplessità sul valore dei controlli di sicurezza fatti da “società di terze parti” (una di quelle citate da Voatz avrebbe negato di avere mai avuto a che fare con la start-up) una cosa sola è sicura: il prossimo 6 novembre ci saranno parecchi occhi puntati sulla West Virginia.
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