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Nov 16, 2022 Dario Orlandi Intrusione, News, Scenario 0
Cybereason ha pubblicato i risultati di un nuovo studio globale intitolato Organizations at Risk: Ransomware Attackers Don’t Take Holidays, che ha coinvolto oltre 1.200 professionisti della cyber security (102 nel nostro Paese).
Lo studio ha evidenziato le difficoltà nella gestione degli attacchi che si verificano fuori dall’orario lavorativo; un terzo degli intervistati ha affermato che la propria azienda ha avuto perdite superiori a causa del momento scelto per l’attacco, un dato in crescita significativa rispetto al 13% rilevato lo scorso anno.
Particolarmente coinvolti sono risultati i settori dell’istruzione e dei trasporti, con incrementi del 43% e 48%. L’incremento dei tempi di risposta agli attacchi deriva dal fatto che quasi la metà delle aziende (44%) riduce il presidio da parte degli addetti alla sicurezza fino al 70% rispetto ai giorni feriali.
Il 20% delle aziende diminuisce il personale addirittura fino al 90%, mentre soltanto il 7% mantiene un presidio quasi analogo a quello dei giorni lavorativi tradizionali, con una presenza pari all’80%.
Lior Div, CEO e co-fondatore di Cybereason, ha dichiarato: “Gli autori di ransomware tendono ad attaccare nei giorni festivi e nei fine settimana perché sanno che le difese umane delle aziende spesso non sono così solide in quei momenti.
Questo consente loro di eludere il rilevamento, causare più danni e rubare più dati, mentre i team di sicurezza si affrettano a mettere in atto una risposta.
Cybereason ha scoperto che la valutazione del rischio è più lenta, le aziende impiegano più tempo a riunire il team per contrastare l’attacco iniziale, il che porta a tempi di riparazione e ripristino più lenti”.
Lior Div, CEO e co-fondatore di Cybereason
Gli attacchi ransomware subiti durante i giorni festivi non soltanto hanno un impatto economico maggiore a causa dei tempi di risposta più lunghi; incidono negativamente anche sulla qualità della vita dei team dedicati alla sicurezza, che si trovano a dover intervenire durante un periodo teoricamente dedicato alla vita privata.
L’88% degli intervistati ha infatti sottolineato di aver dovuto rinunciare a una vacanza o a un fine settimana per colpa di un attacco ransomware; il dato è ancora superiore nel settore della finanza, dove la percentuale cresce addirittura al 90%.
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