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Giu 16, 2020 Alessandra Venneri Kaspersky Partner Space 0
Le piattaforme di gaming fanno parte di un settore che ha un pubblico di milioni di utenti. I criminali informatici sono pienamente consapevoli del loro successo, per questo motivo usano vari tipi di malware per trarre profitto proprio dai gamer. Per capire l’entità del problema, Kaspersky ha esaminato le minacce che colpiscono le principali piattaforme di gioco, trovando almeno quattro esemplari di malware in grado di rubare i dati degli account degli utenti da piattaforme come Battle.net, Origin e Uplay, con l’obiettivo di rivenderli in seguito. Questi Trojan, però, non cercano solo di influenzare il gameplay: anche i dati bancari potrebbero essere a rischio.
I Password Stealer sono dei malware di tipo Trojan, progettati per rubare dati dagli account degli utenti, come i token che rimandano a particolari sessioni di gioco, le credenziali per il login, le informazioni salvate su un computer. Tra queste possono esserci file cookie, credenziali di accesso e password salvate direttamente su un browser e molto altro ancora. In alcuni casi, il furto dei dati legati al gaming online è solo una delle funzioni del malware: anche le password per l’online banking, infatti, possono rivelarsi degli obiettivi interessanti.
Durante questo periodo contraddistinto dal lavoro da remoto e dal distanziamento sociale, è comprensibile che molte persone si siano rivolte alla tecnologia per passare il tempo e divertirsi usando i propri dispositivi. Una situazione di questo genere può rivelarsi un’ottima fonte di ispirazione per i criminali informatici, per questo motivo gli esperti di Kaspersky hanno deciso di analizzare il panorama dei Password Stealer per comprendere il livello di vulnerabilità degli utenti. L’analisi delle minacce ha portato al rilevamento di quattro diverse famiglie di malware – Kpot, BetaBot, Okasidis e Thief Stealer – tutte riconducibili ad interessanti esemplari di Trojan.
Il Trojan Kpot, ad esempio, è in grado di rubare i file cookie, gli account da varie app di messaggistica e uno dei token che rimanda a particolari sessioni di gioco. Ottenendo i dati relativi ai token, i criminali informatici non possono accedere ai dati di login e password dell’utente, ma possono rivendere velocemente preziosi attributi di gioco. Altri esemplari di Trojan, come Okasidis e Thief Stealer, si concentrano, invece, sul furto di file specifici da cartelle di gioco sul computer infetto.
I Trojan Stealer possono anche recuperare i dati dal browser. BetaBot, ad esempio, opera nell’ambito di diverse piattaforme di gioco famose in questo modo: se un utente visita un URL che contiene parole chiave specifiche, il malware attiva una raccolta di dati proprio su quelle stesse pagine. In questo modo le credenziali di login e le password inserite nella pagina stessa possono cadere direttamente nelle mani dei cybercriminali.
Un aspetto particolarmente interessante e comune a tutti i Trojan osservati è il fatto che sono difficilmente rilevabili dagli utenti. In tutti i casi analizzati, infatti, i Trojan risultano invisibili, non richiedono permessi extra e non inviano falsi alert, ma si limitano a rubare tranquillamente i dati.
Per proteggere gli account di gaming dai malware, compresi i Password Stealer, Kaspersky consiglia agli utenti di:
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