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Mar 04, 2024 Marina Londei Gestione dati, In evidenza, News, RSS 0
Qualche mese fa su Facebook e Instagram è comparso un avviso che chiedeva ai suoi utenti di scegliere se pagare per non avere più pubblicità sui social o continuare a usare il servizio in modo gratuito, acconsentendo alla raccolta e all’analisi dei propri dati. Questa scelta non è piaciuta a otto associazioni dei consumatori dell’UE che hanno presentato denunce contro Meta, accusandola di violare il GDPR.
Dietro la mossa della compagnia c’era l’intenzione di rispettare le leggi UE offrendo una scelta ai consumatori; scelta che, però, è stata giudicata “finta” dalle organizzazioni a protezione dei consumatori e non in linea col regolamento europeo.
Come riporta The Register, l’organizzazione no-profit austriaca NOYB (Non Of Your Business) ha sottolineato che le leggi europee sulla privacy impongono che la scelta sulla condivisione dei dati deve essere libera, e non, come in questo caso, un’alternativa quasi obbligata a una tassa.

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Le associazioni dei consumatori affermano che il nuovo modello proposto da Meta per l’uso dei social viola i principi di data protection espressi nel GDPR, come il principio della limitazione delle finalità, dell’offuscamento dei dati, dell’elaborazione etica e trasparente delle informazioni. La scelta di inserire un abbonamento per usare i social senza annunci non offre una vera scelta agli utenti, ed è visto come un modo per costringere i consumatori a condividere i propri dati e continuare a proporre pubblicità.
Contattata da The Register, Meta ha affermato che è pronta a contrastare le accuse, sottolineando che “i nostri obblighi normativi sono estremamente seri e siamo fiduciosi che il nostro approccio sia conforme al GDPR”. La compagnia ha aggiunto che il nuovo modello introdotto per l’uso dei suoi social sia in linea con il regolamento dell’UE.
Le battaglie legali per Meta sembrano non finire mai: l’anno scorso la compagnia ha dovuto pagare una multa da più di un miliardo di euro per aver inviato i dati dei cittadini europei negli Stati Uniti, violando la legislazione UE.
Le organizzazioni dei consumatori hanno presentato le loro denunce lo scorso giovedì, e ora Meta è in attesa di sapere se dovrà imbarcarsi ancora una volta in una dura battaglia legale.
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