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Feb 24, 2020 Marco Schiaffino In evidenza, Leaks, Malware, News, Privacy, RSS 0
Scorretti e incapaci: per descrivere il comportamento degli sviluppatori di KidsGuard si fa davvero fatica a trovare le parole.
L’applicazione, disponibile per Android e iOS, è uno dei tanti stalkerware (software spia spacciati per strumenti di parental control – ndr) in circolazione su Internet.
Si tratta di un software spia che, in teoria, dovrebbe servire a controllare l’attività online dei minori, ma che in realtà viene utilizzato per controllare il telefono del partner o per portare avanti vere e proprie persecuzioni.
Il caso di KidsGuard è paradigmatico: l’applicazione, una volta installata sul telefono, si mimetizza adottando il nome di System Update Service per passare inosservato. Chi ne ha il controllo, però, può da questo momento accedere a tutti i messaggi inviati e ricevuti dal proprietario dello smartphone. Non solo: attraverso il GPS può tracciarne i movimenti, oltre ad accedere alle foto e ai video memorizzati al suo interno.
Ma gli sviluppatori di ClevGuard (la società che commercializza lo spyware) sono riusciti a fare di peggio. Tutti i dati rubati dal telefono, infatti, sono memorizzati su un bucket di Alibaba impostato come “pubblico”. Risultato: i dati personali di migliaia di vittime (perché questo sono) rimangono esposte e accessibili a chiunque.
A scoprirlo, come spiegano in un articolo i colleghi di TechCrunch, è stato Till Kottmann, uno sviluppatore che ha eseguito un reverse engineering sull’applicazione per capire come funzionasse.
Non è la prima volta che un amministratore IT “dimentica” dei dati personali su un server cloud aperto, ma questo caso ha veramente del clamoroso. Anche perché le informazioni in questione, in termini di riservatezza, travalicano di molto quelle che di solito può possedere un’azienda.
Dopo la denuncia di TechCrunch, il server è stato messo offline, ma l’app è ancora in circolazione. Contro il fenomeno degli stalkerware, lo scorso novembre è stata lanciata una “coalizione” tra diverse società di sicurezza (ne abbiamo parlato in questo articolo) che mira a sensibilizzare sul tema e stroncare un fenomeno che mette a rischio la privacy di milioni di persone.
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