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Di nuovo, una vecchia vulnerabilità di Outlook viene sfruttata dai criminali
Un bug critico e noto di Outlook è stato sfruttato in alcuni attacchi: a dirlo è stata la CISA, aggiungendo la vulnerabilità alla lista di quelle attivamente utilizzate nelle campagne di cyberattacchi.
La vulnerabilità, tracciata come CVE-2024-21413, era stata individuata dai ricercatori di Check Point un anno fa, proprio a febbraio. Si tratta di un bug di validazione errata degli input quando un utente apre con Outlook un’email che contiene dei link malevoli.
Il client di posta di Microsoft utilizza un meccanismo di protezione che, quando l’utente prova ad aprire un link non riconosciuto, mostra un avviso di sicurezza e richiede la conferma specifica da parte dell’utente per navigare su link.
Modificando però l’indirizzo, in particolare con l’uso del protocollo file:// per l’apertura di documenti remoti, e aggiungendo un punto esclamativo in fondo al link, insieme a del testo randomico, è possibile eludere le restrizioni di Outlook e far accedere l’utente alla risorsa remota senza approvazione esplicita.
Dopo che l’utente naviga al link inserito, gli attaccanti possono sottrargli le credenziali NTLM ed eseguire codice arbitrario sfruttando documenti Office malevoli, creati appositamente per lo scopo.
La vulnerabilità colpisce Outlook 2016 e Outlook 2019, ma anche diversi prodotti della suite Office come LTSC 2021 e Microsoft 365 Apps for Enterprise.
Microsoft aveva rilasciato il fix per la vulnerabilità pochi giorni dopo aver ricevuto l’avviso da Check Point e al tempo non c’erano indicazioni su exploit che la sfruttavano; ieri invece la CISA ha confermato che il bug è stato usato in alcuni attacchi, anche se non ha specificato né le campagne in cui è stato sfruttato, né se ci sono informazioni sull’identità degli attaccanti.
“Questi tipi di vulnerabilità sono vettori di attacco frequenti per i cyberattaccanti e rappresentano rischi significativi per l’organizzazione federale” ha specificato la CISA nell’avviso, invitando le compagnie ad aggiornare il prima possibile i prodotti vulnerabili con le patch di Microsoft.
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