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Mag 06, 2021 Marco Schiaffino In evidenza, News, RSS, Vulnerabilità 0
Un vero cataclisma che coinvolge uno dei più diffusi strumenti per la gestione della posta elettronica su sistemi Linux. A finire nell’occhio del ciclone, questa volta, è Exim.
Il Mail Transfer Agent, ampiamente utilizzato su Internet, sarebbe afflitto da ben 21 vulnerabilità individuate dai ricercatori di Qualys e il quadro dipinto dagli analisti nel loro report è tutt’altro che roseo.
Le falle di sicurezza, infatti, permetterebbero a un pirata informatico di fare più o meno quello che vuole: si va dall’esecuzione di codice in remoto all’elevazione di privilegi, fino alla possibilità di effettuare movimento laterale all’interno dell’infrastruttura compromessa.
Le falle più gravi (CVE-2020-28020; CVE-2020-28018; CVE-2020-28021 e CVE-2020-28017) sono quelle legate alla possibilità di eseguire codice sulla macchina, cioè quelle che permetterebbero di compromettere il mail server prendendone di fatto il controllo.
Le ulteriori vulnerabilità consentirebbero poi di ottenere i privilegi di root e creare nuovi account o modificare le impostazioni del server stesso.
Insomma: i 21 bug formano una catena di vulnerabilità che consentirebbe a un cyber criminale di fare più o meno quello che vuole sulla macchina compromessa.
I ricercatori di Qualys, per il momento, hanno deciso di non pubblicare gli exploit che hanno sviluppato per evitare che qualcuno possa sfruttarli nelle more delle procedure di aggiornamento.
Una precauzione comprensibile, visto che da una ricerca su Shodan risultano più di 4 milioni di server Exim vulnerabili agli attacchi e, presumibilmente, il loro aggiornamento richiederà un po’ di tempo.
Le patch sono già disponibili e, stando a quanto riporta ThreatPost, sarebbero state sviluppate sulla base di una prima versione creata dagli stessi ricercatori di Qualys.
Il vero problema riguarda la frammentazione dovuta alla presenza di varie versioni di Exim per le varie distribuzioni Linux. Insomma: la situazione è ancora piuttosto ingarbugliata e la speranza è che amministratori e sviluppatori si diano da fare da subito per mettere una pezza alle vulnerabilità.
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