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Lug 10, 2020 Marco Schiaffino In evidenza, News, Prodotto, RSS, Scenario, Tecnologia 0
Per gli appassionati della filosofia open source, la sicurezza informatica è una sorta di isola felice. Non solo perché la collaborazione tra società di sicurezza e lo scambio di informazioni è una pratica ormai sedimentata da tempo, ma anche perché tutte le società tecnologiche sono ormai convinte che una rete sicura è un vantaggio per tutti.
L’ennesima conferma arriva da Google, che ha annunciato nelle scorse ore di voler mettere a disposizione di chiunque lo voglia il suo software Tsunami. Il tutto in una prospettiva squisitamente open source.
Tsunami è un programma pensato per gestire grandi infrastrutture e fare ciò che per un tecnico sarebbe impossibile fare manualmente quando si ha a che fare con centinaia di migliaia di server: analizzarne le impostazioni per individuare eventuali punti deboli.
Il software, in particolare, è in grado di rilevare eventuali problemi in ambienti estremamente complessi, in cui oltre alle tradizionali workstation ci sono anche apparati di rete e dispositivi IoT. Insomma, nonostante il nome, Tsunami è pensato per mettere ordine dove normalmente regna il caos.
A differenza di altri strumenti simili, riesce infatti a compiere un’unica scansione su dispositivi di tipo diverso, riducendo notevolmente il livello di complessità di questo tipo di operazioni.
Una volta mappata la rete, il programma analizza le porte esposte di ogni dispositivo ed esegue dei test per verificare se siano vulnerabili ad attacchi conosciuti. In particolare, Tsunami si concentra sui servizi raggiungibili dall’esterno e che non sono protetti da sistemi di autenticazione o utilizzano credenziali deboli.
Insomma, il tema è quello dei rischi legati ad attacchi che sfruttano impostazioni inadeguate, qualcosa che da queste pagine ci è toccato raccontare (troppo) spesso.
Naturalmente a essere interessate a uno strumento del genere sono le aziende di grandi dimensioni (e per “grandi” si intende allo stesso livello di Google) e questo spiega anche la decisione dell’azienda statunitense di rendere il progetto il più “neutro” possibile.
Oltre a essere open source, Tsunami non verrà etichettato come un prodotto Google ma sarà destinato a diventare una sorta di “bene comune” a disposizione di tutti.
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