Aggiornamenti recenti Ottobre 2nd, 2023 2:00 PM
Lug 02, 2020 Marco Schiaffino Attacchi, Gestione dati, Hacking, In evidenza, Intrusione, News, RSS, Scenario 0
Chi pensava che la corretta applicazione del GDPR non sarebbe stata supportata da controlli adeguati, oggi deve ricredersi. L’unico elemento inaspettato è che la sorveglianza sul rispetto delle norme sulla protezione dei dati non viene esercitata dalle autorità europee, ma dai pirati informatici.
Si tratta, in realtà, di una variante degli attacchi ransomware visti già qualche tempo fa e che prendono di mira gli amministratori IT troppo distratti (o pigri) per ricordarsi di proteggere l’accesso ai loro database con username e password.
Se in passato, però, i pirati informatici cancellavano i dati minacciando di non restituirli in caso di mancato pagamento del riscatto, oggi hanno trovato un altro strumento di pressione per le loro cyber-estorsioni: minacciare l’amministratore di denunciare il mancato rispetto delle norme GDPR.
Il fenomeno non è nuovo ma l’ultimo caso, segnalato dal Victor Gevers, ha davvero del clamoroso. Il ricercatore ha infatti segnalato sui social network una campagna di estorsioni apparentemente condotta da un singolo hacker, che avrebbe colpito la bellezza di 23.000 server MongoDB.
Il modus operandi del cyber criminale è piuttosto semplice: utilizza degli strumenti automatizzati per individuare i server esposti su Internet senza credenziali di accesso, copia i dati memorizzati al loro interno e poi lascia una richiesta di “riscatto” in cui minaccia esplicitamente di denunciare alle autorità l’assenza di precauzione adeguate nella conservazione dei dati.
La strategia adottata dallo sconosciuto hacker, in ogni caso, è piuttosto brillante. Considerato il fatto che una violazione del GDPR può portare a multe piuttosto salate (fino al 4% del fatturato annuo dell’azienda) una richiesta di riscatto di soli 0,015 Bitcoin (123 euro al cambio attuale) può essere facilmente accettata da qualsiasi azienda che non voglia correre il rischio di subire indagini o sanzioni.
D’altra parte anche una somma modesta come quella richiesta, se pagata da una buona percentuale dei 23.000 server compromessi, si trasforma in un bel tesoretto. Soprattutto se si considera il fatto che il pirata informatico in questione non si è certo ammazzato di lavoro.
Tutto quello che ha fatto, in fondo, è stato mettere a punto un sistema automatizzato per individuare i server configurati in maniera insicura.
Mar 17, 2023 0
Mag 02, 2022 0
Mar 09, 2022 0
Gen 28, 2022 0
Ott 02, 2023 0
Ott 02, 2023 0
Ott 02, 2023 0
Set 29, 2023 0
Ott 02, 2023 0
La maggior parte dei leader di cybersecurity segue un...Ott 02, 2023 0
Sebbene molti ruoli nella cybersecurity non richiedano una...Set 27, 2023 0
I cybercriminali stanno sviluppando nuovi attacchi,...Set 26, 2023 0
Sembra che la cybersecurity sia diventata centrale per il...Set 19, 2023 0
Uno dei modi migliori per condividere idee e favorire la...Mag 04, 2018 0
E se vi dicessimo che la saga di Star Wars ...Nov 14, 2016 2
Abbiamo rubato al blog di Kaspersky un vecchio pezzo di...Nov 08, 2016 2
Il numero uno degli scacchi mondiali Magnus Carlsen ha...Ott 28, 2016 0
Il pirata informatico che ha creato il ransomware cerca...Ott 11, 2016 0
Dopo la raffica di figuracce, l’azienda sospende per...Ott 02, 2023 0
I ricercatori di Symantec hanno individuato una nuova...Set 29, 2023 0
Gli attacchi contro gli hotel di lusso non si arrestano:...Set 29, 2023 0
Un’indagine congiunta di Group-IB e Bridewell ha...Set 28, 2023 0
L’ultimo aggiornamento di Windows 11 include nuove...Set 28, 2023 0
ZeroFont, una tecnica di phishing già ampiamente...