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Ago 02, 2019 Marco Schiaffino Attacchi, In evidenza, Malware, Minacce, News, RSS 0
I pirati informatici più scaltri utilizzano spesso strumenti per offuscare le comunicazioni dei malware che utilizzano. Il motivo è piuttosto ovvio: la presenza di comunicazioni sospette è infatti uno degli indizi che i software di sicurezza utilizzano per individuare la presenza di software dannoso.
Di solito strumenti di questo tipo sono inclusi nei malware più complessi, spesso dotati di una struttura modulare, e non sono molto diffusi.
Da oggi, però, sembra che tutti i cyber-criminali possano contare su un formidabile strumento di offuscamento. Si chiama SystemBC ed è un malware autonomo, che ha la funzione specifica di “supportare” altri programmi nocivi.
Come spiegano i ricercatori di Proofpoint in questo report, SystemBC installa sul computer infetto un proxy SOCKS5 che consente di occultare il traffico di qualsiasi “collega” installato sullo stesso computer.
Gli esperti di sicurezza lo hanno individuato per la prima volta lo scorso 6 giugno, mentre analizzavano una campagna di attacchi portata attraverso un Exploit Kit e che aveva come obiettivo principale la diffusione del ransomware Maze.
Nelle settimane successive, però, dalle parti di Proofpoint hanno incrociato SystemBC più volte in occasione di attacchi portati da altri gruppi di cyber-criminali, ad esempio per diffondere il trojan bancario Danabot. La conclusione dei ricercatori è che il malware sia venduto nei bassifondi del Web come strumento di copertura.
Intuizione confermata quando i ricercatori hanno trovato un “annuncio pubblicitario” che, oltre alla descrizione di SystemBC, conteneva anche degli screenshot del sistema di controllo.
SystemBC utilizza un sistema di crittografia XOR a 40 byte per proteggere informazioni come l’indirizzo del server Command and Control e dei DNS utilizzati, evitando di conservare questi dati su un file, ma iniettandoli nella memoria del computer per renderne più difficile il rilevamento.
Tutte le comunicazioni in entrata e in uscita sono protette attraverso una chiave crittografica RC4, utilizzando una particolare procedura che rende più complicata l’individuazione della trasmissione dati.
Insomma, come sottolinea Proofpoint, con SystemBC ci troviamo di fronte a un’ulteriore evoluzione di quella filosofia di “cyber-crimine collaborativo” che negli ultimi anni sembra vivere una crescita esponenziale.
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