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Feb 06, 2019 Marco Schiaffino Attacchi, In evidenza, Malware, News, RSS, Scenario 0
Dovrebbe essere uno strumento per garantire la tracciabilità del mittente e l’ufficialità delle comunicazioni. Oggi, però, la Posta elettronica certificata (PEC) rischia di trasformarsi in un formidabile strumento di attacco per i pirati informatici e in questi giorni si sono già registrati i primi casi di attacchi.
A rendere attualissimo questo rischio nel nostro paese è il nuovo sistema di fatturazione elettronica, entrato in vigore lo scorso 1 gennaio e che sta già procurando qualche grattacapo a chi si trova a doverlo usare.
Fino a oggi, infatti, la PEC veniva utilizzata in ambiti piuttosto limitati. La richiedevano le Pubbliche Amministrazioni, gli ordini professionali e altri soggetti per comunicazioni particolarmente “formali”.
Con la fattura elettronica, invece, la quantità di corrispondenza via PEC è destinata a crescere esponenzialmente e il rischio che qualcuno ne approfitti è decisamente elevato.
Il vantaggio di utilizzare una PEC per un cyber-attacco è piuttosto evidente: per fare un parallelo con la classica corrispondenza “analogica”, infatti, la PEC sta all’email come una raccomandata con ricevuta di ritorno sta a una semplice lettera.
Insomma: il formato “ufficiale” rende più credibile il messaggio e spesso è sufficiente per far abbassare le difese alla potenziale vittima, che tende ad aprire qualsiasi allegato o fare clic su qualsiasi link senza preoccuparsi troppo delle possibili conseguenze.
Un tentativo di sfruttare la PEC in questo modo è già stato fatto nel marzo del 2017, quando un gruppo di pirati informatici ha utilizzato un indirizzo di posta certificata per distribuire in maniera massiccia una variante del ransomware Crypt0L0cker.
Da quest’anno, però, il meccanismo rischia di essere ancora più efficace. Quando la fattura elettronica sarà diventata un’abitudine è probabile che negli uffici il traffico di PEC aumenti notevolmente e la registrazione delle fatture recapitate tramite PEC diventino routine.
Qualcuno, per la verità, non ha nemmeno aspettato troppo tempo. Come spiegano i ricercatori di Yoroi sul blog ufficiale della società di sicurezza, l’attacco arriva tramite un messaggio proveniente da una casella PEC e ha un oggetto che fa pensare a una comunicazione collegata alla fatturazione elettronica.
L’allegato, in formato XLS, contiene una variante del malware Ursnif (ne abbiamo parlato anche in questo articolo) che viene attivato quando la vittima autorizza le funzionalità Macro del documento. I ricercatori fanno notare anche che il codice Macro si attiva solo se Office è configurato per la lingua italiana.
Il codice, in pratica, avvia un comando PowerShell che è nascosto all’interno di un’immagine caricata su un sito Internet con la tecnica della steganografia e che avvia il download e l’installazione del malware.
Il consiglio, naturalmente, è quello di mantenere alta l’attenzione e verificare sempre chi sia il mittente del messaggio, senza lasciarsi ingannare dalla falsa sicurezza che può derivare dalla dicitura “PEC”.
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