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Mar 02, 2017 Marco Schiaffino In evidenza, Malware, Minacce, News, Ransomware, RSS 1
Se qualcuno pensava di essersi liberato una volta per tutte di Crypt0l0cker, uno dei primi ransomware che ha utilizzato la crittografia per prendere in ostaggio i file delle vittime e offrire la chiave di decodifica in cambio di un riscatto, evidentemente si sbagliava di grosso.
Come riportato dal Microsoft Malware Protection Center, Crypt0l0cker è tornato e sta prendendo di mira gli utenti italiani.
Il ransomware, nel corso degli ultimi tre anni, è stato più volte aggiornato dai pirati informatici. Il sistema di crittografia usato nelle versioni più vecchie è stato sistematicamente scardinato dagli esperti di sicurezza di FireEye, che avevano messo a disposizione delle vittime degli strumenti gratuiti per recuperare i file.
La versione attualmente in circolazione, però, utilizza un sistema crittografico più evoluto che non consente la decodifica attraverso i tool dedicati.
Una bella gatta da pelare per chi rimane vittima del malware e, in questo caso, in particolare per gli utenti italiani che sembrano essere stati presi di mira con una massiccia campagna di distribuzione via email.
I dati del Microsoft Malware Protection Center evidenziano come l’Italia sia il paese più colpito dalla nuova campagna di distribuzione di Crypt0l0cker.
Nel nostro paese, i cyber-criminali stanno utilizzando una tecnica di diffusione del ransomware particolarmente insidiosa. Utilizzano infatti la posta certificata (PEC) per trarre in inganno le potenziali vittime e fargli credere che il messaggio provenga da un mittente affidabile.
Il messaggio, opportunamente “travestito” in modo da sembrare una comunicazione ufficiale proveniente da soggetti come ordini professionali o enti pubblici, contiene un allegato in formato ZIP che dovrebbe contenere una fattura.
Per una volta il testo di accompagnamento redatto dai pirati informatici non contiene evidenti errori di ortografia o un italiano stentato. A una prima occhiata sembra addirittura credibile.
In realtà all’interno dell’archivio compresso c’è solo il downloader in Javascript che scarica Crypt0l0cker da Internet e ne avvia l’installazione sul computer.
Una volta attivo, Crypt0l0cker comincia a crittografare i documenti presenti sul disco fisso del computer infetto e, una volta completata la procedura, visualizza una richiesta di riscatto in Bitcoin per un importo pari a 399 euro.
Curiosamente, la richiesta di riscatto non ha una traduzione accurata come quella del testo del messaggio che accompagna il malware. Evidentemente gli autori dell’attacco hanno ritenuto che, una volta gettata la maschera, fosse inutile spendere troppe energie per rispettare la grammatica e fosse sufficiente usare frasi come “Hai un solo modo per ottenere il vostro file indietro – noi pagare l’importo richiesto in bitcoin”.
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One thought on “Torna Crypt0l0cker e in Italia arriva con la PEC”