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Dic 22, 2016 Marco Schiaffino Malware, Minacce, News, RSS, Trojan 0
Per installare un malware sul computer delle loro vittime, i pirati informatici possono usare due strategie: sfruttare una vulnerabilità che gli consenta di avviarne l’esecuzione con privilegi di amministratore o convincerle in qualche modo ad acconsentire all’installazione.
Gli autori del trojan Ticno hanno seguito questa seconda strada, utilizzando uno stratagemma piuttosto originale che “camuffa” la procedura di installazione simulando il semplice salvataggio di un file.
Stando a quanto riportato dalla società di sicurezza Dr.WEB, che lo ha individuato e analizzato, Ticno viene distribuito su macchine già colpite da altro malware, che scaricano e avviano il trojan.
Il malware, prima di passare all’azione, esegue una serie di controlli sul computer per verificare di non trovarsi su una macchina virtuale o in presenza di strumenti di analisi usati normalmente dagli esperti di sicurezza.
A questo scopo esegue per prima cosa una verifica dei processi attivi, controllando poi le impostazioni del sistema per individuare l’ID del prodotto, il nome del computer e dell’utente, il produttore del BIOS e il numero di cartelle all’interno di Programmi.
Se il trojan trova qualcosa di sospetto, interrompe qualsiasi attività. Se invece considera il computer “affidabile”, visualizza una finestra di dialogo “Salva con nome” per il salvataggio su disco del file 1.ZIP.
Da dove arriva questo file ZIP? E, soprattutto: che ci fa una scritta in russo in fondo alla finestra?
La finestra è in tutto e per tutto simile a quella che comparirebbe nel corso di una procedura di salvataggio di un file, tranne per un piccolo dettaglio: nell’angolo inferiore sinistro c’è un menu “Impostazioni avanzate” (ma la scritta è in russo) che in una finestra del genere non dovrebbe esserci.
Per svelare l’arcano è sufficiente fare clic sul collegamento: la finestra che si apre contiene le opzioni per l’installazione sul sistema di una serie di programmi. Un clic su “Salva” avvia la procedura.
Basta un clic per avere un’idea precisa di quello che sta per succedere. E non è nulla di piacevole…
Buona parte dei programmi nell’elenco, come Amigo Browser, sono semplici (ma fastidiosi) adware o estensioni di Google Chrome. Insieme a loro, però, sul computer vengono installati anche software più pericolosi.
L’elenco completo comprende Trojan.Ticno.1548; Trojan.BPlug.1590; Trojan.Triosir.718; Trojan.Clickmein.1 e Adware.Plugin.1400.
All’interno dell’applicazione Calendar Tray, inoltre, è inserito Trojan.ChromePatch.1. Si tratta di un adware che infetta il file resources.pak di Google Chrome. In questo modo il malware è in grado di “sopravvivere” alla disinstallazione e può continuare a visualizzare pubblicità indesiderate sul browser anche una volta che l’utente l’ha rimosso.
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