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Ott 28, 2016 Marco Schiaffino Hacking, Mercato, News, Off Topic, RSS 0
Esistono vari modi per cavare denaro da un crypto-ransomware. Il più banale è quello di estorcere denaro alle vittime. Una possibile alternativa è quella di contattare un esperto di sicurezza e proporgli di acquistare le chiavi crittografiche per sbloccare i file dei suoi clienti.
L’idea è venuta all’autore di fsociety, un ransomware comparso lo scorso agosto e che usa uno sfondo ispirato alla popolare serie TV Mr. Robot.
L’ignoto pirata informatico avrebbe infatti contattato via Twitter Fabian Wosar, un ricercatore di Emsisoft che si occupa di ransomware, proponendogli la vendita di 200 chiavi crittografiche per decifrare i file codificati dal suo ransomware.
Lo scambio di battute tra Fabian Wosar e l’autore di fsociety è degno di un film comico.
La risposta, però, non è stata quella che il cyber-criminale si aspettava. Wosar, infatti, ha declinato l’offerta con un “Grazie, ma no grazie. Non abbiamo bisogno delle tue chiavi per decifrare i file delle tue vittime”.
Wosar, in realtà ha mentito. Se fosse stato completamente onesto, infatti, avrebbe risposto semplicemente “No grazie, ne ho già 11.366”.
Quello che l’aspirante Mr. Robot ignorava, infatti, era che Wosar e il suo collega Michael Gillespie avevano hackerato il server Command and Control collegato a fsociety e, a partire dal 2 ottobre, stavano raccogliendo tutte le chiavi crittografiche generate dal ransomware, fornendole gratis alle vittime del malware.
Lo sbotto del pirata è stato accolto con una… sonora pernacchia.
La parola fine l’ha scritta lo stesso Gillespie in risposta all’ennesimo messaggio del pirata. Il botta e risposta si è concluso infatti con un perentorio “Abbiamo hackerato il vostro server e sviluppato un decrypter settimane fa. Ho impiegato più tempo a scegliere la GIF con cui risponderti che a cracckare il tuo patetico malware”.
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