Aggiornamenti recenti Marzo 29th, 2024 9:00 AM
Giu 26, 2016 Marco Schiaffino Gestione dati, Leaks, News, Scenario 0
Stando alle prime dichiarazioni si tratterebbe di un attacco hacker, ma è più probabile che il libero accesso al database con le informazioni personali riguardanti 154 milioni di elettori statunitensi sia dovuto a un semplice errore di configurazione del server.
Ad accorgersi della presenza dei dati (accessibili a chiunque) è stato Chris Vickery, un ricercatore di MacKeeper. Nel suo post, Vickery racconta di essersi imbattuto nel database per caso, trovandosi di fronte a una miniera di informazioni sensibili riguardanti la bellezza di 154 milioni di cittadini USA, per accedere alle quali non era nemmeno necessario inserire user name e password.
La banca dati conteneva informazioni personali come nome e cognome, residenza ed email, ma anche ulteriori dettagli come il possesso di armi da fuoco, le opinioni su temi etici come l’aborto o la libertà di orientamento sessuale, la frequenza di partecipazione al voto e una stima del reddito annuo.
A questo punto il ricercatore ha cominciato a indagare per riuscire a capire quale fosse l’origine delle informazioni, arrivando alla conclusione che il database fosse gestito da un cliente (ancora sconosciuto) dell’azienda L2, una società operante nel settore pubblicitario specializzata nel fornire contatti “qualificati” per campagne di advertising.
Vickery è riuscito a risalire a L2 grazie all’analisi della sintassi usata per identificare i luoghi di residenza degli elettori e ha contattato l’azienda avvisandoli del fattaccio. Risultato: i dirigenti di L2 sono riusciti a individuare il cliente e a bloccare l’accesso al database nel giro di 3 ore.
I responsabili, secondo quanto riferito a Vickery dal CEO di L2 Bruce Willsie, si sarebbero giustificati sostenendo di aver subito un attacco da parte di un hacker che avrebbe abbattuto il firewall ed esposto di conseguenza i dati.
Una spiegazione che non ha convinto il ricercatore, che nel post sottolinea anche che l’analisi dei log del server hanno evidenziato un collegamento effettuato da un IP serbo, risalente allo scorso 11 aprile.
La vicenda, tra l’altro, non è un caso isolato. Un episodio simile si è verificato lo scorso dicembre, quando lo stesso Chris Vickery ha trovato online un database (in quel caso i record erano 191 milioni) con dati simili, anch’esso accessibile a chiunque.
In aprile, invece, il ricercatore di MacKeeper aveva rintracciato un database simile con le informazioni di 93.4 milioni di elettori messicani, ospitato su un server cloud di Amazon.
Insomma: sembra che nel terzo millennio la presenza online di informazioni sensibili di milioni di persone su server completamente “aperti” rappresenti la norma.
Gen 18, 2019 0
Mar 29, 2024 0
Mar 28, 2024 0
Mar 27, 2024 0
Mar 26, 2024 0
Mar 29, 2024 0
Mar 28, 2024 0
Mar 26, 2024 0
Mar 25, 2024 0
Mar 29, 2024 0
Le aziende hanno compreso l’importanza della...Mar 28, 2024 0
Stando al Rapporto Annuale sulle Minacce Informatiche di...Mar 27, 2024 0
La sanità viene presa di mira dagli infostealer: a dirlo...Mar 22, 2024 0
Nel 2024 i deepfake saranno una delle applicazioni di...Mar 21, 2024 0
Acronis annuncia l’ottenimento della qualificazione...Mag 04, 2018 0
E se vi dicessimo che la saga di Star Wars ...Nov 14, 2016 2
Abbiamo rubato al blog di Kaspersky un vecchio pezzo di...Nov 08, 2016 2
Il numero uno degli scacchi mondiali Magnus Carlsen ha...Ott 28, 2016 0
Il pirata informatico che ha creato il ransomware cerca...Ott 11, 2016 0
Dopo la raffica di figuracce, l’azienda sospende per...Mar 29, 2024 0
Le aziende hanno compreso l’importanza della...Mar 28, 2024 0
Stando al Rapporto Annuale sulle Minacce Informatiche di...Mar 26, 2024 0
Un gruppo di ricercatori ha individuato un grosso problema...Mar 25, 2024 0
La scorsa settimana ha rappresentato una sfida...Mar 25, 2024 0
Il 22 marzo si è concluso il Pwn2Own, l’hackathon...