Aggiornamenti recenti Giugno 16th, 2025 5:26 PM
Mag 08, 2019 Marco Schiaffino Attacchi, In evidenza, Malware, News, RSS, Scenario 0
I reali contorni della vicenda del leak che ha coinvolto i tool di hacking usati dall’Equation Group, il cyber-team della National Security Agency, sono ancora avvolta nel mistero. Come ricorderanno i lettori di Security Info, il cyber-arsenale dell’NSA è stato reso pubblico da uno sconosciuto (fino ad allora) gruppo hacker chiamato Shadow Brokers nell’aprile del 2018.
La notizia di oggi è che qualcuno sembra aver utilizzato quegli strumenti ben un anno prima del clamoroso leak che ha svelato al mondo le tecniche di hacking degli 007 statunitensi. Quel qualcuno, secondo i ricercatori di Symantec, sarebbe un gruppo di pirati informatici collegati al governo cinese.
La prova sarebbe in un attacco portato da un gruppo battezzato dai ricercatori con il nome di Buckeye, che avrebbe utilizzato alcuni strumenti dell’Equation Group per colpire dei “bersagli di alto profilo” molto prima che i tool in questione fossero resi pubblici dagli Shadow Brokers.
Nel dettaglio, il gruppo cinese avrebbe utilizzato Double Pulsar, una backdoor di cui si è venuti a conoscenza proprio in occasione del celebre leak.
Non solo. Per installare la backdoor, il gruppo di cyber-spioni avrebbe utilizzato un trojan chiamato Bemstour, che sfruttava due exploit zero-day per Windows che abbiamo imparato a conoscere con i nomi di EternalRomance ed EternalSynergy, anche loro parte dell’arsenale informatico dell’NSA.
Buckeye, però, avrebbe utilizzato questi strumenti a partire dal marzo del 2016, cioè un anno prima della pubblicazione a opera degli Shadow Brokers.
Secondo i ricercatori di Symantec, gli strumenti utilizzati dal gruppo Buckeye sarebbero delle varianti dei tool originali sviluppati dall’Equation Group, ma non ci sono dubbi sul fatto che siano basati sullo stesso codice.
Rimane da capire come gli hacker cinesi ne siano venuti in possesso. Le ipotesi principali sono due: la prima è che abbiano rubato il codice in qualche modo, magari grazie alla complicità di un contractor “infedele”.
La seconda ipotesi è che abbiano avuto la possibilità di studiarlo dopo aver subito a loro volta un attacco che sfruttava questi strumenti.
In ogni caso, tutta la vicenda dimostra ancora una volta quanto la cyber warfare possa facilmente “sfuggire di mano” e trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Chissà se all’NSA, a questo punto, se ne sono resi conto.
Giu 12, 2024 0
Dic 06, 2023 0
Set 14, 2023 0
Giu 22, 2023 0
Giu 16, 2025 0
Giu 13, 2025 0
Giu 12, 2025 0
Giu 11, 2025 0
Giu 09, 2025 0
La cybersecurity sta acquisendo sempre più importanza tra...Mag 30, 2025 0
Nel 2024, le piccole e medie imprese, spesso considerate il...Mag 27, 2025 0
MATLAB ha smesso di funzionare per quasi una settimana e...Mag 27, 2025 0
Nel corso del “TRU Security Day 2025” di...Mag 26, 2025 0
I ricercatori di Akamai hanno individuato di recente...Gen 29, 2025 0
Con l’avvento dell’IA generativa...Ott 09, 2024 0
Negli ultimi anni sempre più aziende stanno sottoscrivendo...Ott 02, 2024 0
Grazie al machine learning, il Global Research and Analysis...Set 30, 2024 0
Il 2024 è l’anno delle nuove normative di sicurezza:...Mag 21, 2024 0
Una delle sfide principali delle aziende distribuite sul...Giu 16, 2025 0
I ricercatori di Trend Micro hanno individuato Anubis, un...Giu 13, 2025 0
Nel gennaio 2025, i ricercatori di Aim Labs hanno...Giu 12, 2025 0
Le reti air-gapped, ovvero fisicamente separate da Internet...Giu 11, 2025 0
Nell’aggiornamento di sicurezza di giugno Microsoft...Giu 10, 2025 0
Di recente Google ha agito su un bug che consentiva...