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Ago 16, 2023 Marina Londei Attacchi, In evidenza, Minacce, News, Phishing, RSS 0
L’Interpol ha annunciato di aver fermato l’attività di 16shop, una piattaforma di “phishing-as-a-service”, e di aver arrestato l’amministratore della piattaforma insieme a due dei principali moderatori.
La chiusura della piattaforma è il risultato di una collaborazione con le autorità dell’Indonesia, del Giappone e degli Stati Uniti, insieme al supporto di diversi partner privati tra i quali Group-IB, Unit 42, Trend Micro e il Cyber Defense Institute.
16shop vendeva dei kit già pronti per il phishing che permettevano agli attaccanti di inviare email fraudolente alle vittime, portandole a fornire informazioni sensibili come il numero di carta di credito e il codice di sicurezza. Secondo i dati dell’Interpol i kit venduti sono stati usati in 43 paesi e hanno compromesso i dati di più di 70.000 utenti.
L’organizzazione ha scoperto la piattaforma nel corso di un’altra analisi di sicurezza, ed è poi riuscita a scoprire l’identità e il luogo di residenza dell’amministratore, situato in Indonesia.
L’Interpol ha dato il via a un’analisi congiunta con le forze dell’ordine del Paese e, dal momento che i server della piattaforma erano di proprietà di una compagnia statunitense, si è coordinata anche con le autorità e firme di sicurezza degli U.S.A.
La cattura dell’amministratore, un uomo di 21 anni, ha portato poi all’identificazione e all’arresto di due moderatori, uno di questi residente in Giappone.
Il phishing si è riconfermato come la minaccia primaria sul web: si stima che il 90% dei data breach derivanti da attacchi di phishing di successo che hanno impatti devastanti sulle vittime.
“Il phishing non è un fenomeno nuovo”, ha spiegato Adi Vivid Agustiadi Bachatiar, brigadiere generale e direttore del dipartimento di Cyber Crime Investigation della polizia nazionale indonesiana, “ma quando la criminalità viene resa disponibile come abbonamento, automatizzando le campagne di phishing, chiunque può sfruttare questo tipo di servizio per lanciare un attacco di phishing in pochi click“.
Diventare cybercriminali sarà sempre più semplice grazie ai livelli di automazione dei tool a disposizione. Ora più che mai è importante investire in tool di threat intelligence per far fronte al crescente volume di attacchi.
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