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Apr 13, 2023 Marina Londei Approfondimenti, Hacking, Minacce, RSS 0
Il panorama delle cyber-minacce si è evoluto in maniera significativa dall’inizio del conflitto russo-ucraino. Oggi si parla della cosiddetta “cyber-guerra”, ovvero di un conflitto combattuto non solo sul campo di battaglia fisico, ma anche online.
L’analisi del team di Cyber Threat Intelligence di Thales ha descritto le caratteristiche più salienti di questo cyber-conflitto e di come si è evoluto nell’ultimo anno.
Nel corso dei mesi si è registrato un importante aumento di attacchi DDoS a opera di gruppi sponsorizzati dal governo russo o anche solo allineati agli obiettivi del Paese, per la maggior parte formatisi dopo l’inizio del conflitto. I dati riportano che tre quarti degli attacchi sono stati di tipo DDoS e che altre tipologie come gli wiper o il phishing sono state soppiantate.

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Si parla di attacchi a basso impatto, sistematici e continui che, pur non causando elevate perdite economiche, mettono sotto pressione i team di sicurezza. L’obiettivo dei cybercriminali russi è occupare il cyberspazio europeo e provocare allarmismo piuttosto che causare danni a lungo termine ai sistemi.
Per la Russia il controllo dell’informazione gioca un ruolo fondamentale per determinare gli equilibri del conflitto. Il governo ha scelto di sfruttare questo spazio per ottenere un vantaggio che va oltre quello militare: manipolare l’opinione pubblica permette di colpire gli altri Paesi evitando al contempo un confronto diretto.
Non è un caso che i media e le telecomunicazioni siano diventati due dei settori più colpiti dai cyberattacchi nell’ultimo anno, insieme ai trasporti, le amministrazioni pubbliche e locali e i servizi finanziari.
L’Ucraina è stato indubbiamente il Paese più colpito ma, man mano che le nazioni hanno preso posizione nel confitto, i gruppi hacker russi hanno rivolto la loro attenzione a tutta l’Europa.

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Polonia, i Paesi Baltici e i Paesi nordici hanno registrato gli incrementi maggiori nel numero di attacchi, specialmente a partire da metà del 2022. Mentre in Ucraina il numero di attacchi è ormai stabile da fine 2022, per le altre regioni europee la crescita delle minacce non si arresta. Aumentano anche gli attacchi contro i Paesi candidati a entrare nell’Unione, come il Montenegro e la Moldavia.
Il conflitto russo-ucraino ha senza dubbio cambiato il panorama delle minacce europeo: le istituzioni e le imprese oggi si trovano costrette a fare i conti con diversi tipi di minacce, a partire dai ransomware e arrivando alla guerra d’informazione che continua a consumarsi da un anno a questa parte. Le future evoluzioni militari potranno incidere significativamente anche sulla cyber-guerra, provocando un aumento dell’offensiva cyber contro nuovi obiettivi europei.
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