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Ago 30, 2022 Redazione news Gestione dati, News, RSS 0
La Federal Trade Commission (FTC) è l’agenzia governativa statunitense che si occupa della tutela dei consumatori. Ha citato in giudizio Kochava Inc., un broker di dati di localizzazione che vende enormi quantità di dati precisi sulla posizione raccolti da decine di milioni di utenti di telefonia mobile.
Secondo la FTC, Kochava di solito fa pagare un abbonamento mensile per accedere ai suoi dati di localizzazione, ma ha anche offerto campioni gratuiti, ora non più disponibili, che potevano essere facilmente scaricati.
L’agenzia afferma che Kochava non rimuove od oscura dai suoi feed di dati i dati di localizzazione che puntano a luoghi sensibili, compresi quelli associati a cure mediche, luoghi di culto, salute riproduttiva, rifugi per senzatetto e per la violenza domestica e recupero dalle dipendenze. Il risultato è che qualsiasi cliente di Kochava potrebbe tracciare le visite dei consumatori a questi luoghi sensibili.
Infatti, nella sua denuncia, la FTC spiega di essere stata in grado di identificare dai dati di Kochava un dispositivo mobile che ha visitato una clinica per la salute riproduttiva delle donne e poi di rintracciare lo stesso dispositivo in una residenza unifamiliare. Questo rende secondo loro possibile l’identificazione della persona che possiede il dispositivo.
Secondo la denuncia, la vendita di dati di geolocalizzazione da parte di Kochava espone i consumatori a rischi significativi. Permettendo di tracciare le persone in luoghi sensibili li esporrebbe infatti al rischio di stigmatizzazione, discriminazione, violenza fisica, stress emotivo e altri danni.
Kochava, tuttavia, ha negato la validità delle accuse in una querela contro la FTC. In essa dichiara che le affermazioni dell’agenzia in merito alle presunte pratiche commerciali di Kochava illustrano una mancanza di comprensione dei suoi servizi. L’azienda sostiene di non identificare in modo univoco gli utenti e che i dati sulle posizioni vengono ricevuto giorni dopo l’attuale visita a una locazione.
“Pertanto, Kochava non raccoglie e poi vende una compilazione di dati che permetta di rintracciare un individuo specifico in un luogo specifico. Anche se si verificasse un danno al consumatore, è ragionevolmente evitabile dal consumatore stesso attraverso la clausola di opt-out al consenso della raccolta dei dati. In altre parole, il consumatore ha accettato di condividere i suoi dati di localizzazione con uno sviluppatore di app.” – afferma la querela.
La procedura è ancora in corso.
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