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Apr 03, 2024 Marina Londei Attacchi, Hacking, Intrusione, Leaks, News, RSS 0
Un gruppo di hacktivisti oppositori del Cremlino ha vendicato la morte di Alexey Naval’nyj attaccando i server di una prigione russa e sottraendo i dati relativi a centinaia di migliaia di detenuti in Russia, compresi i prigionieri della prigione dove è morto l’oppositore del governo di Putin.
La CNN riporta che gli hacker appartengono a diverse nazionalità e comprendono anche persone ucraine ed espatriati russi. L’obiettivo del gruppo è condividere le informazioni sui prigionieri, comprensive di numeri di telefono e indirizzi email, “nella speranza che qualcuno riesca a contattarli e riuscire a capire ciò che è accaduto a Naval’nyj” ha affermato uno degli hacker coinvolti.
Naval’nyjè morto in circostanze ancora completamente da verificare lo scorso 16 febbraio mentre si trovava in un carcere del circondario autonomo Jamalo-Nenec, situato nella regione artica. Tra i più noti oppositori di Putin, è morto per “sindrome da morte improvvisa” come riportato dai media russi, ma diversi leader internazionali, tra i quali Biden, hanno accusato il Cremlino della scomparsa dell’uomo.
Pexels
Gli hacker hanno pubblicato diversi messaggi sulle pagine web del sito della prigione e inserito foto che ritraevano Naval’nyj durante diverse manifestazioni politiche. Stando alle informazioni che ha condiviso con la CNN, il gruppo sarebbe entrato in possesso di più di 800.000 prigionieri e dei loro parenti. Oltre ai messaggi lasciati sul sito, il gruppo ha anche modificato i prezzi di molti articoli dello spaccio del carcere abbassandoli a poco più di 1 centesimo di dollaro.
Sono passate diverse ore prima che gli amministratori del sito si accorgessero dell’attacco e ci sono voluti tre giorni prima che il team IT della prigione riuscisse a ripristinare il sito e i prezzi corretti dei prodotti. Sembra che il gruppo abbia inviato un messaggio agli amministratori dello shop avvertendoli di non togliere i messaggi pro-Naval’nyj e, dopo il rifiuto dell’IT, gli hacker avrebbero messo offline uno dei server del sito.
“Noi, specialisti IT, abbiamo lasciato la Russia di oggi” si leggeva in un messaggio sul sito web dello spaccio della prigione, condiviso in seguito dalla CNN in uno screenshot. “Amiamo il nostro Paese e torneremo quando sarà libero dal regime di Putin. E andremo fino in fondo”.
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