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Mag 17, 2021 Marco Schiaffino In evidenza, News, RSS, Scenario, Vulnerabilità 0
L’allarme arriva da ESET e getta una (ulteriore) ombra sulle app-spia per Android che gli esperti hanno battezzato con il nome di stalkerware. Secondo gli esperti di sicurezza, oltre a rappresentare una minaccia per la privacy delle vittime designate, le app per la “sorveglianza” di parenti e congiunti comportano rischi ulteriori.
Il fenomeno degli stalkerware, di cui abbiamo già parlato in questo articolo, non accenna a decrescere e sembra anzi destinato ad ampliarsi nonostante le azioni di contrasto messe in atto da più parti.
Sui siti Web e sui market Android fioriscono infatti le app che promettono di spiare l’attività dei dispositivi altrui (di solito quello del coniuge o del partner), spesso spacciandole per “soluzioni per la sicurezza” della persona controllata.
Il documento redatto dai ricercatori di ESET, infatti, spiega perché la deprecabile scelta di usare uno stalkerware per spiare il partener può portare a danni ancora maggiori rispetto alla “semplice” violazione della privacy.
Nella loro ricerca gli esperti della società di sicurezza hanno passato al setaccio il codice di 58 applicazioni, individuando 150 vulnerabilità di varia natura che rendono queste applicazioni una vera minaccia. Per tutti.
Tra le falle di sicurezza individuate, ci sono carenze nella protezione delle trasmissioni, rilascio di informazioni a soggetti terzi, possibili violazioni nell’uso dei comandi via SMS e tutta una serie di bug che permetterebbero il furto di dati sensibili sia da parte di chi ha creato l’app, sia da parte di un eventuale pirata informatico che prendesse di mira il dispositivo.
Stando a quanto riportano i ricercatori di ESET, inoltre, il livello di attenzione nella gestione e manutenzione delle app stesse lascerebbe (molto) a desiderare. Seguendo la logica della “responsible disclosure”, infatti, la società di sicurezza ha contattato tutti i produttori segnalando le vulnerabilità individuate. Solo 6 su 58 hanno corretto il problema indicato, mentre sono ben 14 quelli che non hanno nemmeno risposto.
Paradossalmente, fanno notare gli autori del report, le vulnerabilità individuate mettono a rischio anche il dispositivo (e le informazioni in esso contenute) di chi ha acquistato l’applicazione. Insomma: secondo i ricercatori lo spione rischia di passare dall’altra parte della barricata e finire per essere spiato.
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