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Mar 02, 2021 Marco Schiaffino In evidenza, Malware, News, RSS, Scenario 0
Trojan, programmi indesiderati o pericolosi, ma soprattutto adware. Il campionario delle app malevole per i dispositivi mobili tratteggiato dai ricercatori di Kaspersky non lascia molti dubbi su quale sia il settore che “tira” di più tra i cyber criminali specializzati negli attacchi agli smartphone.
Lo studio, pubblicato ieri dalla società di sicurezza sul suo sito Internet, snocciola dati e statistiche relativi alle minacce individuate nel corso del 2020, mettendo in evidenza come quello degli adware sia il settore più “vivace” tra i pirati informatici.
Tra le minacce individuate da Kaspersky, le app malevole che visualizzano pubblicità indesiderata sul dispositivo rappresentano il 57% del totale. Un fenomeno in netta crescita, soprattutto se si considera che nel 2019 erano solo il 22%.
Altre tipologie di malware, come i trojan (4,5%) e i trojan che sfruttano SMS (4%) seguono a grande distanza. La seconda categoria in termini quantitativi (21%) è quella che i ricercatori chiamano “risk tools” e che sono, in pratica, app potenzialmente indesiderate o genericamente pericolose.
Per quanto riguarda le minacce specifiche, il report di Kaspersky sottolinea l’incidenza della pandemia da Covid 19, che ha offerto ai cyber criminali l’occasione di mettere in campo strategie di attacco e vere e proprie truffe che fanno leva sui timori legati al Coronavirus.
Un classico è rappresentato dalle app che promettono di offrire strumenti di tracciamento delle infezioni che si muovono al di fuori dei circuiti ufficiali.
Il primo posto sul podio tra i malware se lo aggiudica Ewind, un adware che secondo gli analisti della società di sicurezza avrebbe raggiunto un livello di diffusione senza precedenti (2 milioni di installazioni) grazie a una tecnica che associa il software malevolo ad applicazioni legittime
Per quanto riguarda le piattaforme, dal punto di vista statistico la diffusione dei malware è (prevedibilmente) maggiore su Android, mentre su iOS le tecniche di attacco sono rappresentate per lo più dagli abusi del cosidetto “drive-by download”, che prende di mira Safari.
Protagonista, in questo settore, è WebKit, il motore di rendering del browser targato Apple. Nel corso del 2020 gli exploit che hanno preso di mira il componente sono stati utilizzati dai pirati per diffondere un trojan chiamato LightSpy.
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