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Feb 17, 2021 Marco Schiaffino In evidenza, Malware, News, Scenario 0
Il cambio di architettura deciso da Apple per i suoi prossimi computer porterà a qualche cambiamento nel funzionamento delle applicazioni su macOS. Ad adeguarsi al nuovo ecosistema, a quanto pare, non sono però soltanto gli sviluppatori, ma anche i pirati informatici.
Stando a quanto riporta sul suo blog il ricercatore Patrick Wardle, la necessità per i cyber criminali di adattarsi al cambio di processore sui Mac è legato a una questione di velocità di esecuzione.
Il nuovo chip M1 (chiamato anche Apple Silicon) sfrutta infatti un’architettura basata su ARM64, che utilizza delle istruzioni diverse da quelle usate dalle CPU Intel. Quando un qualsiasi software che usa le istruzioni Intel viene eseguito sui nuovi computer, le istruzioni devono quindi essere “tradotte”.
A occuparsene è uno strumento integrato in macOS chiamato Rosetta, pensato per agire in maniera completamente “trasparente” per l’utente. In pratica, Rosetta opera un processo di conversione in background e consente così di usare le “vecchie” applicazioni.
La conversione, però, richiede del tempo e nell’uso comune può tradursi in (più o meno vistosi) rallentamenti del sistema. Qualcosa che rappresenta un problema per gli sviluppatori di software legittimi, ma anche per i pirati informatici.
Nella maggior parte dei casi, infatti, gli autori di malware cercano di evitare che l’attività del codice malevolo crei rallentamenti, che potrebbero insospettire il proprietario del computer e portarlo a eseguire una scansione con l’antivirus.
Una “regola d’oro” che è ancora più valida quando si parla di utenti Apple, che in buona parte continuano ostinatamente a non usare un software antivirus sui loro computer e che potrebbero decidere di farlo solo in presenza di sintomi evidenti di malfunzionamento.
I più rapidi ad adeguarsi al nuovo panorama, secondo Wardle, sono stati gli autori di GoSearch22, un malware che il ricercatore ha individuato spulciando il database di VirusTotal e che sembra essere stato progettato per l’esecuzione nativa con i nuovi processori Apple M1.
Si tratta di un malware tutto sommato semplice, che si limita a visualizzare pubblicità indesiderate nel corso della navigazione su Internet
Secondo Wardle, però, l’utilizzo di istruzioni ARM64 offrirebbe ai pirati anche un altro vantaggio: una maggiore probabilità di aggirare i controlli degli antivirus, che sono “tarati” principalmente per analizzare le istruzioni Intel.
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