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Giu 09, 2020 Marco Schiaffino Attacchi, Hacking, In evidenza, Malware, News, RSS, Scenario 0
Qualcuno aveva ipotizzato che di fronte alla pandemia di Covid-19 i pirati informatici avrebbero abbassato il livello dello scontro o, per lo meno, avrebbero scelto di risparmiare i settori collegati all’emergenza sanitaria.
Niente di più sbagliato: dopo i numerosissimi episodi in cui i cyber criminali hanno sfruttato il Coronavirus come esca, adesso arriva un attacco diretto alle aziende che stanno lavorando al contrasto dell’epidemia.
Succede in Germania, dove il governo ha creato una task force coinvolgendo aziende e società multinazionali per garantire un adeguato approvvigionamento di mascherine PPE ai cittadini. Una di queste, denunciano i ricercatori di IRIS (IBM X-Force Incident Response and Intelligence Services) è finita nel mirino di un gruppo di hacker.
Stando a quanto scrivono gli analisti di IRIS nel loro report, i pirati informatici avrebbero avviato una massiccia campagna di spear phishing nel tentativo di compromettere i computer di numerosi dirigenti (gli analisti parlano di 100 bersagli) di una multinazionale che fa parte della task force.
I ricercatori non citano il nome dell’azienda, ma specificano che la suddetta task force sarebbe composta da grandi imprese che possono vantare “entrature” con i produttori cinesi di mascherine PPE e che avrebbero in pratica offerto i loro servigi per rendere più facile ed efficace il loro reperimento.
Ma quale sarebbe l’obiettivo dei pirati? Le ipotesi sono numerose, ma partono tutte dal presupposto che si tratti di un gruppo collegato al governo di una nazione “concorrente” che potrebbe voler ottenere una posizione di vantaggio a livello commerciale per aggiudicarsi i materiali sanitari.
Qualcuno, però, ha fatto notare che l’attacco potrebbe anche provenire dalla Cina. I gruppi APT legati a Pechino, infatti, agiscono spesso in sinergia con le aziende cinesi allo scopo di fornire loro informazioni riservate sui partner commerciali occidentali.
Insomma: non è da escludere che gli hacker abbiano l’obiettivo di fornire sottobanco le comunicazioni interne delle aziende tedesche ai produttori di mascherine per consentire loro di spuntare condizioni di vendita migliori.
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