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Nov 28, 2019 Marco Schiaffino Attacchi, In evidenza, News, Phishing, Prodotto, RSS, Scenario, Tecnologia 1
Se c’è una cosa che Google cura con molta attenzione (a volte addirittura esagerando) è la sicurezza degli account Gmail. L’azienda di Mountain View, nel corso del tempo, ha messo a punto un sistema puntuale di notifiche per avvisare i suoi iscritti quando individua attività sospette che hanno a che fare con gli account Gmail.
Tra queste, però, ce n’è una molto specifica. Si tratta di un sistema di notifica che avvisa gli utenti Gmail quando il loro account viene preso di mira da un attacco che rientra nella categoria del “hacking di stato”.
Stiamo parlando di quella sorta di élite composta dai cosiddetti APT (Advanced Persistent Threat) che agiscono per conto di governi e servizi segreti portando attacchi a bersagli selezionati, solitamente attraverso tecniche si spear phishing.
La funzionalità di Gmail, introdotta nel 2012, è stata progressivamente ampliata e, dal 2018, copre anche gli account forniti attraverso G Suite.
In un comunicato stampa pubblicato sul suo blog ufficiale, Google svela adesso che nel trimestre compreso tra luglio e settembre 2019 ha individuato la bellezza di 12.000 attacchi di questo tipo rivolti ad account Gmail, con picchi a livello geografico negli Stati Uniti e in Pakistan.
A prima vista il numero può sembrare modesto, ma non è così. Se nel settore della sicurezza informatica siamo abituati a cifre da capogiro, con statistiche che parlano di milioni di attacchi al giorno, la statistica fornita da Google offre uno spaccato preoccupante.
In questo caso, infatti, non stiamo parlando di attacchi “a tappeto” che colpiscono gli utenti casualmente. Si tratta invece di tentativi di compromissione attentamente pianificati e studiati, che non si esauriscono di certo in un singolo episodio.
Per dirlo con altre parole significa che gli hacker di stato, nel corso di soli tre mesi, hanno avviato 12.000 operazioni di spionaggio che hanno preso di mira dei bersagli specifici. Gli attacchi rilevati da Google, quindi, sono probabilmente soltanto un tentativo all’interno di una strategia più ampia e persistente di colpire quei bersagli.
Se poi consideriamo che il dato riguarda solo gli account Gmail (anche aziendali) ma non comprende le potenziali vittime che usano una casella di posta di un altro fornitore di servizi, possiamo ipotizzare che la portata del fenomeno sia ben più ampia. Insomma: il pericolo APT è sempre più rilevante e, soprattutto per le aziende, rappresenta un rischio concreto e reale.
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