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Ott 23, 2018 Marco Schiaffino Attacchi, News, Privacy, RSS, Scenario 0
Gli attacchi di phishing continuano a crescere e prendono di mira (ma non è una grossa sorpresa) i servizi più popolari e diffusi in circolazione.
La ricerca Phisher’s Favorites commissionata da Vade Secure conferma la tendenza e registra un aumento del 20,3%. di attacchi nei confronti degli 86 marchi presi in considerazione dallo studio.
La classifica stilata dai ricercatori conferma il “primato” di Microsoft, che viene presa di mira in maniera sistematica. Secondo la ricerca, nel terzo trimestre del 2018 sono comparsi 235,4 indirizzi unici di phishing che facevano riferimento a campagne che prendevano di mira l’azienda di Redmond.
Secondo i ricercatori, l’obiettivo principale dei cyber-criminali sono gli account Office 365 e, in particolare, i documenti accessibili attraverso gli account suddetti.
Le tecniche sono sempre le stesse e di solito utilizzano una pagina Web che replica alla perfezione quella per il login di Office 365. Il vettore di attacco è rappresentato da email, che fanno leva sul social engineering attraverso messaggi che minacciano la sospensione o la cancellazione dell’account.
Al secondo posto si piazza PayPal, che rappresenta di sicuro un bersaglio privilegiato per i pirati informatici. In questo caso, infatti, la monetizzazione della truffa è decisamente più immediata.
Un ragionamento simile vale per Netflix. I tentativi di phishing nei confronti degli iscritti alla popolare piattaforma di streaming mirano infatti a rubare i dati delle care di credito usate per pagare il servizio e possono contare su un “effetto panico” particolarmente efficace.
Di fronte a un messaggio che annuncia la disattivazione dell’abbonamento, magari proprio quando sta per uscire il nuovo episodio di una serie popolare (secondo la ricerca gli utenti Netflix vengono presi di mira prevalentemente la domenica) le vittime tendono a farsi prendere dal panico e cadere nella trappola orchestrata dai cyber-criminali.
In calo, invece, gli attacchi diretti a mostri sacri come Facebook e Amazon. Per il social network di Mark Zuckerberg, secondo i ricercatori, conta anche l’effetto Cambridge Analytica.
Dopo la notizia della violazione di milioni di account, infatti, gli utenti di Facebook sarebbero diventati più sospettosi nei confronti delle comunicazioni che ricevono e per i pirati informatici sarebbero diventati un bersaglio secondario.
In crescita invece il numero di attacchi nei confronti dei servizi cloud (attenzione: anche Office 365 rientra in questa categoria, visto che da accesso a One Drive) che sembrano essere diventati tra i bersagli preferiti dei cyber-truffatori.
Su un piano più generale, la ricerca di Vade Secure evidenzia come gli attacchi siano sempre più sofisticati e “mirati”. A fronte di un aumento di email di phishing, infatti, è diminuito il numero di messaggi che fa riferimento a una stessa URL malevola.
Insomma: i criminali tendono a differenziare gli attacchi e a giocare con gli elementi statistici per ridurre il rischio che campagne massicce facciano scattare un allarme tra gli utenti.
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