Aggiornamenti recenti Luglio 26th, 2024 2:16 PM
Mag 17, 2018 Marco Schiaffino Attacchi, Hacking, News, RSS, Tecnologia 1
Anche nel settore degli attacchi DDoS assistiamo da sempre a una continua rincorsa tra cyber-crimine ed esperti di sicurezza alla ricerca di soluzioni tecniche che offrano un vantaggio sull’avversario. L’ultima mossa da parte dei pirati in formatici è stata identificata dai ricercatori di Imperva e coinvolge la funzione UPnP.
Tutto è nato dall’esperienza quotidiana. Nel mese di aprile, infatti, gli analisti della società di sicurezza si erano trovati di fronte a una serie di attacchi anomali di grande potenza che li avevano lasciati piuttosto perplessi.
Per raggiungere simili livelli di intensità, di solito, i cyber-criminali hanno bisogno di un numero impressionante di bot al loro servizio. In alternativa, possono usare un sistema di amplificazione, per esempio utilizzando tecniche di reflection che sfruttano i server DNS.
Si tratta però di attacchi abbastanza comuni, che gli esperti hanno imparato a fronteggiare utilizzando un semplice accorgimento: nel caso degli attacchi che usano DNS reflection, per esempio, basta bloccare i pacchetti che hanno provenienza dalla porta 53.
Nel caso in questione, però, una parte del traffico aveva una provenienza inusuale: il traffico portato attraverso un attacco che sfruttava Simple Service Discovery Protocol (SSDP) arrivava infatti da una porta diversa dalla solita 1900.
Dopo aver formulato qualche ipotesi, i ricercatori sono riusciti a riprodurre una tecnica che potrebbe portare al risultato sfruttando proprio il protocollo UPnP.
Il concetto di base, in pratica, è quello di utilizzare un dispositivo dotato del servizio UPnP per eseguire un port forwarding e dirottare il traffico in modo che appaia provenire da una porta diversa da quella che ci si aspetterebbe.
Lo schema rappresenta la tecnica individuata dai ricercatori di Imperva e che consentirebbe di “mascherare” la provenienza del traffico.
In pratica il dispositivo in questione si troverebbe in mezzo a due passaggi: prima tra la fonte dell’attacco e il fattore di amplificazione (per esempio un server DNS) e poi tra quest’ultimo e il bersaglio.
In questo modo i pirati riuscirebbero a generare una grande quantità di traffico senza però il limite della prevedibilità dell’origine, che permette agli amministratori di rete di usare regole predefinite per bloccare gli attacchi già conosciuti basandosi sulla provenienza dei pacchetti.
Secondo Imperva, una tecnica simile potrebbe essere adottata anche con altre tecniche di amplificazione, per esempio quelle che sfruttano i server Memcached e di cui abbiamo parlato in questo articolo.
Lug 05, 2024 0
Lug 02, 2024 0
Lug 01, 2024 0
Giu 06, 2024 0
Lug 26, 2024 0
Lug 26, 2024 0
Lug 25, 2024 0
Lug 25, 2024 0
Lug 26, 2024 0
Parigi è al centro dell’attenzione mondiale per le...Lug 24, 2024 0
Il 19 luglio 2024 è una data che rimarrà impressa per...Lug 24, 2024 0
Con l’obiettivo di assicurare un adeguato livello di...Lug 23, 2024 0
Le password sono ormai universalmente riconosciute come un...Lug 23, 2024 0
Sembra un numero fin troppo elevato, ma è tutto vero:...Mag 21, 2024 0
Una delle sfide principali delle aziende distribuite sul...Mag 08, 2024 0
L’ultimo non è stato un buon anno per Microsoft:...Mag 04, 2018 0
E se vi dicessimo che la saga di Star Wars ...Nov 14, 2016 2
Abbiamo rubato al blog di Kaspersky un vecchio pezzo di...Nov 08, 2016 2
Il numero uno degli scacchi mondiali Magnus Carlsen ha...Lug 26, 2024 0
Parigi è al centro dell’attenzione mondiale per le...Lug 26, 2024 0
Tanti videogiocatori si affidano ai cheat per avere più...Lug 25, 2024 0
I ricercatori di ESET hanno scoperto EvilVideo, una...Lug 25, 2024 0
Daggerfly, gruppo di cybercriminali cinesi conosciuto anche...Lug 24, 2024 0
Il 19 luglio 2024 è una data che rimarrà impressa...
One thought on “Ora i pirati usano UPnP per mascherare gli attacchi DDoS”