Aggiornamenti recenti Settembre 15th, 2025 6:00 PM
Apr 06, 2018 Marco Schiaffino Attacchi, Gestione dati, Hacking, In evidenza, Intrusione, News, Privacy, RSS 0
Ci vorrà del tempo per capire l’esatta portata dell’attacco che ha permesso a un gruppo di pirati informatici di mettere le mani sui dati delle carte di credito (e non solo) di un numero imprecisato di persone.
Protagonista della vicenda è [24]7.ai, una società con sede a San Jose che si occupa di fornire soluzioni di customer care, tra cui i software per la live chat con i clienti che sfruttano sistemi automatizzati basati sull’intelligenza artificiale.
Stando alle prime ricostruzioni, i sistemi di [24]7.ai sarebbero stati violati il 26 settembre del 2017 e l’azienda si sarebbe accorta dell’intrusione il 12 ottobre seguente. La vicenda è stata resa pubblica solo il 4 aprile scorso.
Il comunicato di [24]7.ai, però, dice veramente poco. Vi si legge soltanto che l’azienda avrebbe speso i successivi 5 mesi a investigare sull’attacco in collaborazione con le forze di polizia e avrebbe infine avvisato i clienti coinvolti. Sempre stando al comunicato di [24]7.ai, si tratterebbe di “poche società”.
Il problema è che se le “poche società” sono delle dimensioni di quelle che per il momento hanno dichiarato di aver subito le conseguenze dell’attacco, il tentativo dei dirigenti [24]7.ai di minimizzare l’accaduto sono decisamente fuori luogo.
La prima a iscriversi all’elenco delle vittime è stata infatti Delta Airlines, una delle maggiori compagnie aeree negli Stati Uniti. Delta non specifica quanti siano i clienti coinvolti, ma si limita a specificare che i pirati non avrebbero avuto accesso ai passaporti e documenti d’identità degli utenti.
Se tutte le aziende coinvolte hanno le dimensioni di quelle che hanno annunciato di aver subito danni dall’attacco, le conseguenze potrebbero essere devastanti.
Impossibile sapere quante siano le aziende davvero coinvolte o se ci sia qualche altro “big” tra le vittime. Stando a quanto riportato da Delta, in ogni caso, i clienti colpiti non sono solo quelli che hanno interagito con i servizi di assistenza via chat.
Di tutta la vicenda, restano le perplessità legate ai tempi. I 5 mesi trascorsi prima di avvisare i clienti sembrano decisamente troppi ed è certo che questa “inerzia” non avrà effetti particolarmente positivi su [24]7.ai. Per lo meno a livello di immagine.
Gen 28, 2022 0
Gen 27, 2022 0
Gen 26, 2022 0
Gen 25, 2022 0
Set 15, 2025 0
Set 15, 2025 0
Set 12, 2025 0
Set 11, 2025 0
Set 12, 2025 0
L’intelligenza artificiale diventa non solo...Set 11, 2025 0
Il ransomware continua a dilagare e rimane la minaccia...Ago 29, 2025 0
Il prossimo 14 ottobre terminerà ufficialmente il supporto...Ago 26, 2025 0
Il mondo dell’IoT rimane uno dei più esposti alle...Ago 04, 2025 0
I chatbot basati su modelli linguistici di grandi...Gen 29, 2025 0
Con l’avvento dell’IA generativa...Ott 09, 2024 0
Negli ultimi anni sempre più aziende stanno sottoscrivendo...Ott 02, 2024 0
Grazie al machine learning, il Global Research and Analysis...Set 30, 2024 0
Il 2024 è l’anno delle nuove normative di sicurezza:...Mag 21, 2024 0
Una delle sfide principali delle aziende distribuite sul...Set 15, 2025 0
La nuova squadra italiana per le competizioni di...Set 15, 2025 0
La scorsa settimana il CERT-AGID ha identificato e...Set 12, 2025 0
L’intelligenza artificiale diventa non solo...Set 11, 2025 0
Il ransomware continua a dilagare e rimane la minaccia...Set 10, 2025 0
Google dovrà pagare una multa salata da 425 milioni per...