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Mar 08, 2017 Marco Schiaffino Leaks, News, RSS, Vulnerabilità 0
Niente panico: dalle parti di Apple la reazione alle rivelazioni di WikiLeaks sono orientate alla massima compostezza e l’azienda di Cupertino non sembra minimamente preoccupata dalla possibilità che i tool della CIA possano nuocere ai suoi dispositivi.
In un comunicato rilasciato a TechCrunch, Apple dichiara che la maggior parte delle vulnerabilità citate nei documenti del Center for Cyber Intelligence (CCI) sono già state corrette con gli aggiornamenti di iOS.
“Apple è profondamente impegnata nella salvaguardia della privacy e della sicurezza dei propri clienti. La tecnologia impiegata negli odierni iPhone garantisce la migliore sicurezza disponibile per i clienti e stiamo continuamente lavorando perché sia così anche in futuro” si legge nel comunicato.
“I nostri prodotti e software sono progettati per garantire velocemente aggiornamenti di sicurezza e oltre l’80% degli utenti usa già l’ultima versione dei nostri sistemi operativi. Mentre la nostra analisi iniziale indica come gran parte delle problematiche rese note oggi siano state già risolte nell’ultimo iOS, continuiamo a lavorare rapidamente per identificare e gestire le vulnerabilità. Consigliamo sempre ai nostri clienti di scaricare l’ultima versione di iOS, per assicurarsi di disporre dei più recenti aggiornamenti di sicurezza”.
Tutto bene, quindi? Sì e no. Perché di certezze, in questa vicenda, ce ne sono davvero poche. Prima di tutto perché Apple parla di “gran parte delle problematiche” e non di “tutte le problematiche”. È possibile, quindi, che alcuni degli exploit citati nei documenti possano rappresentare un problema per i dispositivi della Mela.

I dispositivi iOS sono considerati un obiettivo privilegiato dai servizi segreti. Il motivo? Molti diplomatici e bersagli di “alto profilo” utilizzano smartphone Apple.
In secondo luogo c’è da considerare il fattore tempo. Spulciando i documenti pubblicati da WikiLeaks, salta all’occhio il fatto che gli exploit elencati riguardano sempre e solo versioni piuttosto vecchiotte di iOS e le edizioni 10.x (quelle attualmente installate) non vengono mai citate.
Nessuno, però, può assicurare che questa sia la versione più recente del documento e, soprattutto, che sia l’unico riguardante i sistemi iOS. Nel comunicato stampa che ha annunciato i CIA leaks, infatti, WikiLeaks ha specificato di aver ricevuto “porzioni dell’archivio” che è in possesso di numerosi hacker e contractors della CIA (e di chissà chi altri) dopo che l’agenzia ne ha perso il controllo.
Non è escluso, quindi, che in circolazione ci siano altri strumenti e documenti che riguardano i dispositivi mobili Apple e che non sono compresi tra quelli pubblicati dal sito di Assange.
Rimane poi la questione di quel 20% di utenti che non usano l’ultima versione del sistema operativo mobile di Apple e che probabilmente non lo userà mai, magari per il semplice fatto che possiedono un modello di iPhone troppo vecchio per supportarlo.
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