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Set 22, 2016 Marco Schiaffino Attacchi, Malware, News 0
Come resistere alla tentazione di dare un’occhiata al contenuto di una chiavetta USB trovata nella cassetta della posta? Deve essere stata questa l’idea che ha ispirato gli sconosciuti disseminatori di chiavette USB che hanno distribuito le unità di memoria direttamente nelle cassette postali dei cittadini di Victoria, in Australia.
All’interno delle memorie USB, secondo quanto denunciato dalla polizia della città in un post sul sito ufficiale, ci sarebbero dei file pericolosi.
Gli agenti di Victoria non spiegano i dettagli, ma si limitano ad avvisare che i cittadini che hanno collegato le chiavette al loro computer hanno visto comparire offerte per servizi di streaming “fraudolenti” e hanno sperimentato altri problemi sui loro sistemi.
Insomma: quello che il comunicato lascia trasparire è che all’interno delle chiavi USB ci sia un malware in grado di colpire il PC dell’incauto utilizzatore.

La polizia di Victoria ha pubblicato anche una foto delle chiavette incriminate.
Il problema dell’uso di supporti fisici per la distribuzione di malware è stato sollevato in passato da molti esperti di sicurezza, ma sembra che qualsiasi tentativo di accendere i riflettori sul rischio che si corre nel collegare un dispositivo sconosciuto al computer sia destinato a fallire.
Un esperimento condotto qualche tempo fa da un ricercatore di Google, per esempio, ha dimostrato che il 45% delle persone che trovano casualmente una chiavetta USB la collegano al computer. Una percentuale decisamente superiore a quella delle persone che, per esempio, fanno clic sui collegamenti nelle email di phishing.
La vicenda di Victoria, tutto sommato, potrebbe essere solo il primo episodio di una nuova strategia per la diffusione di malware “porta a porta”.
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