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Giu 29, 2016 Marco Schiaffino Gestione dati, Leaks, News, Privacy 1
Chris Vickery è un ricercatore di sicurezza che, negli ultimi mesi, ha denunciato in più occasioni la presenza online di database accessibili a chiunque (non richiedono autenticazione) con informazioni sensibili su milioni di cittadini.
Gli ultimi “colpi” di Vickery hanno svelato la presenza di database di questo genere con milioni di record riguardanti elettori statunitensi e, in precedenza, messicani. Questa volta, però, il ricercatore di MacKeeper ha messo le mani su qualcosa di sensazionale.
La “balena bianca” dei database è niente di meno che il celebre (e contestatissimo) database World-Check dell’azienda Thomson Reuters, utilizzato dalle banche di mezzo mondo per verificare l’affidabilità dei clienti.
Si tratta di una raccolta di dati che comprende informazioni sensibili su oltre due milioni di persone e organizzazioni sospettate di avere coinvolgimenti in crimini finanziari, riciclaggio di denaro, corruzione e altre amenità del genere.
Tra queste, anche una lista di 93.000 individui che, secondo Thomson Reuters, sarebbero sospettate di avere legami con ambienti terroristici.
A utilizzare queste informazioni sono 49 dei maggiori istituti di credito al mondo, ma anche 300 governi e i loro servizi di intelligence, che lo utilizzano per individuare i sospetti terroristi.
L’esistenza stessa del database (e il fatto che sia gestito da un soggetto privato) è stata in passato fonte di roventi polemiche, legate anche al fatto che molti dei “giudizi” siano stati contestati e considerati discriminatori.
Stando a quanto riportato da Vice lo scorso febbraio, tra i nomi nell’elenco ci sarebbero attivisti islamici (uno dei quali ha partecipato a una conferenza stampa con George W. Bush all’indomani dell’attentato dell’11 settembre) ed esponenti di spicco (di origine araba) del mondo economico, tra cui un ex consulente della Banca Mondiale.
Ora tutte queste informazioni sono da qualche parte su Internet e chiunque può teoricamente accedervi. Vickery, che ha effettuato la scoperta, è stato contattato dai responsabili di Thomson Reuters, che stando a quanto dichiarato dal ricercatore starebbero ora cercando di mettere una pezza al fattaccio.
Difficile, però, capire come il database sia finito online. Si tratta di una versione aggiornata al 2014 e Vickery, nel suo annuncio, si limita a dire di non averlo ottenuto hackerando i sistemi di Thomson Reuters. Probabile, quindi, che si tratti di una versione “smarrita” da uno dei clienti dell’azienda.
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One thought on “Il tuo vicino di casa è un terrorista? Scoprilo su Internet!”