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Mar 24, 2017 Marco Schiaffino Malware, Minacce, News, Trojan 0
Quando si controlla uno store online delle dimensioni di Google Play, ogni piccolo errore può costare caro. E dalle parti di Mountain View, purtroppo, sembra che di distrazioni ne abbiano troppe.
Capita così che sullo store ufficiale Google siano finite la bellezza di 87 app contenenti adware e malware, scaricate nel giro di pochi giorni da quasi un milione di utenti Android che pensavano di installare un mod per Minecraft.
Come riporta il ricercatore di ESET Lukas Stefanko, il proprietario del dispositivo dovrebbe rendersi conto quasi immediatamente che qualcosa non va. Non tanto perché le applicazioni richiedono una serie di permessi che tutto sommato sono compatibili con la funzione di un mod, quanto perché nessuna di esse funziona.
Alcune di queste (73 di quelle individuate) non si sprecano nemmeno a mettere in scena una finta procedura di installazione del mod. Una volta avviate, aprono direttamente una finestra del browser e visualizzano siti Web che contengono pubblicità, sondaggi online e vere e proprie truffe.

Volevate un mod per Minecraft? Avete scelto l’app sbagliata. Forse però vi interessa rispondere a un sondaggio online…
Le prime 14 app infette individuate dal ricercatore, invece, rappresentano una minaccia decisamente più seria. Una volta installate, le applicazioni aprono una schermata con il pulsante “INSTALL MOD”. Premuto il pulsante, all’utente viene notificata la richiesta di installare un modulo aggiuntivo, chiamato Block Launcher Pro.
Una volta installato il modulo, la procedura si blocca mostrando una schermata fissa con un tema di Minecraft dalla quale non si può fare nulla.
Niente di strano: il modulo infatti non contiene alcun reale contenuto per il videogioco, ma è un trojan che sembra essere programmato per visualizzare pubblicità sul dispositivo. In futuro, però, le cose potrebbero andare peggio.
Il malware, che ESET ha battezzato Android/Hiddad.DA, è infatti in grado di scaricare qualsiasi contenuto da Internet e, di conseguenza, non è escluso che i cyber-criminali che lo hanno creato possano decidere un giorno di utilizzarlo per installare ulteriore software sui terminali infetti.
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