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Dic 19, 2025 Marina Londei Attacchi, In evidenza, Minacce, News, RSS, Vulnerabilità 0
Una vecchia vulnerabilità di ASUS Live Update è ancora tutt’altro che “morta”: pochi giorni fa la CISA ha aggiunto il bug al catalogo delle vulnerabilità sfruttate attivamente, rivelando che il rischio è tutt’altro che risolto.
Come riporta MalwareBytes, il caso è scoppiato nel 2019 con l’operazione ShadowHammer a opera del gruppo APT41. I cybercriminali riuscirono a iniettare codice malevolo nell’utility ASUS Live Update sfruttando questa falla e compromettendo i server di aggiornamento.
Il file malevolo era firmato con certificati digitali autentici ASUS, il che lo rendeva invisibile alla maggior parte degli antivirus. L’aggiornamento malevolo è stato inviato sui server ufficiali di ASUS, rendendo l’infezione indistinguibile da un normale aggiornamento di sistema.

Quello che sembrava un incubo ormai concluso è invece tornato prepotentemente alla carica con l’aggiornamento del catalogo CISA. La vulnerabilità, ora tracciata come CVE-2025-59374, viene ancora sfruttata attivamente dagli attaccanti dopo sette anni dalla sua individuazione.
Il problema principale sta nella longevità dell’hardware: molti laptop e PC ASUS vecchi sono ancora in funzione in ambienti domestici o uffici meno aggiornati. Poiché l’utility ASUS Live Update è stata ufficialmente dichiarata End-of-Support il 4 dicembre 2025, non riceverà più patch di sicurezza, lasciando chiunque utilizzi versioni precedenti alla 3.6.8 (o l’ultima 3.6.15) esposto a potenziali attacchi.
L’inclusione nel catalogo della CISA implica che le agenzie governative americane (e per riflesso molte aziende europee che seguono gli stessi standard) sono obbligate a rimuovere o aggiornare il software entro tempi molto brevi. La minaccia non è più limitata a ShadowHammer e APT41, ma è altamente probabile che altri gruppi continuino a sfruttare la stessa falla per distribuire ransomware o sottrarre dati sensibili.
Per proteggersi occorre innanzitutto verificare la versione di ASUS Live Update installata, controllando che sia almeno alla 3.6.8. Considerando che si tratta di un software a fine vita, il consiglio migliore è, se possibile, di disinstallare l’utility e passare a MyASUS, il tool più moderno e supportato dall’azienda per la gestione dei driver.
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