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Ott 20, 2016 Marco Schiaffino Attacchi, News, RSS, Scenario 0
Le peggiori paure degli esperti di sicurezza si stanno realizzando e hanno anche un nome: Mirai. Il malware, usato da un gruppo di pirati informatici per creare una mostruosa botnet composta da dispositivi della “Internet of Things” sotto il loro controllo, è disponibile per tutti da due settimane. I risultati si vedono.
La pubblicazione su Internet del codice di Mirai è stato utile per i ricercatori delle società antivirus, che hanno potuto capire quale sia il meccanismo usato dai pirati per compromettere i dispositivi.
Allo stesso tempo, però, il fatto che sia disponibile per chiunque ha portato a un’espansione del fenomeno che sta raggiungendo livelli preoccupanti.
Stando a quanto riportato da Level 3 Research Labs, infatti, il numero di videocamere, videoregistratori e dispositivi vari arruolati nelle botnet Mirai sarebbe passato da 213.000 a 493.000. In pratica il numero di bot sarebbe raddoppiato in sole due settimane.
Il grafico di Level 3 Research Labs mostra l’espansione del traffico collegato ai server C&C di Mirai. Ora è peggio…
La crescita di Mirai non è l’unico problema che riguarda lo sfruttamento dei dispositivi connessi a Internet da parte dei cyber-criminali. Oltre a Mirai, infatti, è in circolazione un’altra botnet, che potrebbe avere dimensioni ancora maggiori.
Si tratta di Bashlite (aka Gafgyt) che sempre secondo Level 3, potrebbe avere una botnet ancora più ampia: 1 milione di dispositivi che vengono usati per portare attacchi DDoS di dimensioni eccezionali, come quelli registrati nel mese scorso che hanno messo in allarme molti esperti di sicurezza.
Per fortuna, sembra che i due fenomeni siano separati, anzi: stando a quanto riportano i ricercatori, sarebbero addirittura in concorrenza. Gli analisti di Level 3 hanno infatti registrato una serie di attacchi portati contro i server Command and Control di Mirai, che sembrerebbero provenire proprio dalla botnet Bashlite.
Insomma: è probabile che nel mare magnum della Internet of Things si stia svolgendo una battaglia campale per la supremazia tra gang di cyber-criminali. Il rischio, come al solito, è che a finirci in mezzo siano i normali utenti.
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