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Mag 17, 2023 Marina Londei Apt, Attacchi, Malware, Minacce, Minacce, News, Ransomware, RSS 0
I risultati dell’ultimo report di Talos Intelligence hanno evidenziato un aumento degli attacchi di tipo web shell nel periodo gennaio-marzo 2023. Le minacce web-shell rappresentano un quarto del totale degli attacchi del Q1, mentre i ransomware e pre-ransomware si sono rivelati in calo: la percentuale si è ridotta dal 20% al 10% nei primi tre mesi dell’anno.
L’uso di web shell è aumentato del 6% rispetto agli ultimi mesi del 2022. Secondo quanto riportato da Talos, gli attaccanti hanno sfruttato script disponibili sul web, in particolare su repository GitHub pubblici, e in diversi linguaggi tra i quali PHP, ASP.NET e Perl.
I gruppi criminali hanno usato gli script per ottenere accesso persistente ai sistemi ed eseguire codice remoto per accedere ad altri dispositivi della rete e diffondere malware. Le tattiche, tecniche e procedure usate per gli script sono associabili a quelle del gruppo FIN13. L’attività di web shell del gruppo offre diverse funzionalità, tra le quali la possibilità di eseguire query sulle istanze Microsoft SQL, creare connessioni reverse-shell verso indirizzi IP esterni ed eseguire script PHP per usarli come proxy per connettersi ad altri servizi.
In molti casi gli attaccanti hanno combinato diverse funzionalità per rafforzare la propria presenza nella rete aziendale e raggiungere più dispositivi. Non sono ancora chiari i motivi dietro l’aumento della popolarità di questi attacchi, ma la possibilità di accedere con facilità agli script ne ha di certo favorito la diffusione.
Tra i settori più colpiti dai diversi attacchi spicca quello della sanità, sia pubblica che privata, seguito dalla vendita al dettaglio, dall’immobiliare e dal ricettivo.
Non è detto che il numero di ransomware continuerà a diminuire, considerato anche che nell’ultimo mese questi attacchi sono nuovamente aumentati. La maggior parte degli attacchi è riconducibile a gruppi hacker conosciuti come Vice Society.
Tra i ransomware più diffusi del Q1 2023, Talos riporta Phobos e Daixin. Il primo è attivo dal 2018 e sfrutta gli errori di configurazione del procotollo Remote Desktop Control per ottenere l’accesso alla rete aziendale; il secondo, più nuovo, è in realtà una famiglia di ransomware-as-a-service che accede ai sistemi sfruttando le vulnerabilità dei server VPN.
Di fronte alle campagna per la lotta ai ransomware promosse dai governi, gli attaccanti hanno cominciato a creare nuovi gruppi per sfuggire ai controlli. È il caso per esempio del gruppo Hive: lo scorso gennaio il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato una campagna per contrastare e distruggere il gruppo che risulta però inattivo già dagli ultimi mesi del 2022.
Uno dei principali impedimenti alla sicurezza, sottolinea Talos Intelligence, è la mancata implementazione dell’autenticazione multi-fattore: più del 30% delle organizzazioni analizzate non ha abilitato l’MFA per account e servizi critici, oppure non la usa affatto. I tool di monitoraggio di Talos hanno individuato numerosi incidenti che si sarebbero potuti evitare con un corretto processo di autenticazione.
I ricercatori dell’azienda consigliano di disabilitare tutti gli accessi VPN per gli account che non usano l’autenticazione multi-fattore, così da ridurre il rischio di accessi indesiderati. Oltre a ciò, per limitare gli attacchi web shell, Talos invita ad aggiornare i software e installare le patch di sicurezza il prima possibile.
Il 45% degli attacchi ha sfruttato le applicazioni usate dagli utenti, un aumento del 15% rispetto al Q4 del 2022 che lo ha reso il vettore di infezione principale dei primi tre mesi del 2023.
È opportuno quindi rimuovere servizi, funzioni e protocolli inutilizzati e ottenere piena visibilità dei sistemi esposti sul web. Infine, i ricercatori consigliano di eseguire audit periodici e analizzare i log per individuare eventuali attività anomale.
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