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Giu 17, 2016 Marco Schiaffino Attacchi, Minacce, News, Phishing, Social engineering 0
Le truffe via email avrebbero provocato danni per 3,1 miliardi di dollari, con un aumento del 1.300% rispetto a gennaio 2015.
A dirlo è l’FBI, che ha lanciato un accorato allarme sulla crescita esponenziale delle truffe che sfruttano la compromissione delle email aziendali.
I sistemi utilizzati dai cyber-criminali sono terribilmente semplici, quanto efficaci. In alcuni casi studiano il bersaglio per individuare i fornitori a cui vengono regolarmente effettuati i pagamenti.
Una volta individuato quello giusto, inviano una email in tutto e per tutto identica a quella originale, ma con una piccola differenza: il numero di conto corrente sul quale finiranno i soldi non sarà quello del solito fornitore ma quello dei truffatori. I conti correnti di destinazione, stando al report, nella maggior parte dei casi sono situati in Cina o a Hong Kong.
In altre situazioni, invece, puntano direttamente a violare l’account di posta del fornitore (o di un dirigente dell’azienda) in modo da poterne utilizzare l’indirizzo email per convincere la vittima a effettuare il pagamento.
Quando il capo ordina un bonifico non si discute. Peccato che a ordinarlo non sia il vero amministratore delegato.
Dal gennaio 2015 i casi di questo tipo a livello mondiale, riporta il Bureau, sarebbero stati ben 22.143. L’88% di questi avrebbero avuto come vittime aziende con sede negli Stati Uniti.
Un dato statistico probabilmente “drogato” dal fatto che negli USA, a differenza che nel resto del mondo, è obbligatorio denunciare gli incidenti di questo tipo. Il dato di fondo, però, non cambia e parla di un aumento esponenziale di truffe alle aziende portate via email.
A rendere più facile l’azione dei truffatori è la facilità con cui riescono a studiare le loro vittime, spesso attraverso i social network, e scoprire così anche il momento migliore in cui colpire approfittando, per esempio, di una vacanza o un periodo di ferie.
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