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Dic 05, 2019 Marco Schiaffino In evidenza, News, RSS, Vulnerabilità 0
È stata battezzata con il nome i BlackDirect ed è una tecnica di attacco che permette di eseguire operazioni con elevati privilegi di amministrazione sugli account Microsoft Azure.
A individuare la falla di sicurezza sono stati i ricercatori di CyberArk, che ne descrivono i dettagli in un report pubblicato sul sito ufficiale della società di sicurezza.
Ma di cosa si tratta nel dettaglio? Tutto prende le mosse da OAuth 2, la nuova versione del sistema di autenticazione utilizzato dai sistemi Microsoft. OAuth, infatti, prevede la possibilità di prevedere una forma di interazione che permette di eseguire l’accesso da un’applicazione di terze parti.
La procedura è gestita attraverso la creazione di un token che, in pratica, garantisce l’utilizzo delle funzionalità legate all’account.
Come spiega Omer Tsarfati, autore del report,, il sistema in sé è strutturato in maniera solida e quello individuato da CyberArk non è una vulnerabilità di OAuth, quanto un problema legato a un’impostazione “debole” delle procedure che sfruttano il sistema di autenticazione.
Le terze parti autorizzate a eseguire l’accesso attraverso il redirect comprendono infatti URL definite attraverso una white list che elenca i domini e i sottodomini a cui è consentito utilizzare OAuth. Alcuni di questi, fanno notare i ricercatori, non sono registrati da Microsoft e potrebbero, di conseguenza, rappresentare un fattore di rischio.
Se un pirata informatico riuscisse a prenderne il controllo, potrebbe infatti sfruttare il sistema di autenticazione attraverso token per eseguire operazioni come se fosse il legittimo proprietario dell’account.
Per mettere a segno l’attacco, sarebbe sufficiente attirare la vittima sul sito Web attraverso tecniche di social engineering, per esempio attraverso un semplice messaggio di posta elettronica.
Il problema è che ci sono almeno tre applicazioni Microsoft che prevedono, all’interno della lista, una serie di domini che i ricercatori considerano “a rischio”. Si tratta di Portfolios, O365 Secure Score e Microsoft Service Trust. In seguito alla segnalazione di CyberArk, Microsoft ha corretto il problema.
Per quanto riguarda invece altre applicazioni, è possibile eseguire un controllo attraverso uno strumento sviluppato dalla stessa società di sicurezza e che può essere utilizzato gratuitamente attraverso la pagina Web dedicata https://black.direct/.
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