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Giu 19, 2025 Giancarlo Calzetta Attacchi, In evidenza, News, RSS, Vulnerabilità 0
Abbiamo appena parlato della prima vulnerabilità mai rilevata a spese di un sistema AI in produzione ed ecco che arriva un altro caso. Un’integrazione sperimentale basata sull’intelligenza artificiale, infati, ha costretto Asana a disattivare per quasi due settimane il suo server MCP (Model Context Protocol), dopo aver rilevato una vulnerabilità che avrebbe potuto esporre i dati di un’organizzazione ad altri utenti della piattaforma.
L’MCP è un protocollo open source introdotto da Anthropic nel 2024 con l’obiettivo di collegare agenti AI e modelli linguistici a fonti esterne, come database e strumenti di messaggistica. La tecnologia consente a modelli differenti di comunicare e interagire tra loro, aprendo nuovi scenari per l’automazione intelligente nelle piattaforme enterprise. Asana, noto fornitore di software per la collaborazione aziendale, ha abilitato il proprio server MCP il 1° maggio, permettendo agli utenti di eseguire query in linguaggio naturale sui dati aziendali e integrarsi con altre app AI.
Tuttavia, la sperimentazione ha avuto una battuta d’arresto: il 4 giugno, Asana ha rilevato un bug nel server MCP che, secondo una comunicazione inviata ai clienti, avrebbe potuto potenzialmente esporre informazioni del vostro dominio Asana ad altri utenti MCP. L’incidente ha portato alla disattivazione del servizio dal 5 al 17 giugno, in attesa di una correzione.
La falla, i cui dettagli tecnici non sono stati divulgati, sembra legata a un difetto nei meccanismi di isolamento dei tenant, un elemento cruciale quando si lavora con modelli di intelligenza artificiale in ambienti multi-tenant. Sebbene Asana affermi di non avere prove di accessi non autorizzati o sfruttamenti attivi, l’episodio conferma che qualsiasi sistema messo in produzione, soprattutto se di recente implementazione, va tenuto sotto stretto controllo.
Nella nota pubblicata a seguito dell’incidente, Asana ha dichiarato di aver resettato tutte le connessioni al server MCP, chiedendo agli utenti di riconnettere manualmente le proprie istanze. La società ha inoltre promesso un report completo sull’accaduto, ancora in fase di redazione, e ha già contattato direttamente i clienti potenzialmente coinvolti.
L’integrazione AI, quindi, inizia a presentare il conto: man mano che le installazioni diventeranno più numerose e sempre più ricercatori cominceranno a testarne la robustezza, salteranno fuori vulnerabilità e lacune che bisognerà sistemare. Un tema già visto con altre tecnologie e che nonostante la maggior consapevolezza e maturazione del mercato risulta ancora ineluttabile.
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