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Giu 15, 2023 Marina Londei Approfondimenti, News, RSS, Scenario, Scenario, Vulnerabilità 0
A che punto siamo con l’adozione della MFA? Secondo l’ultimo report di Okta, gli utenti hanno compreso l’importanza dei metodi di autenticazione a più fattori per aumentare la propria sicurezza online: rispetto al periodo pre-pandemico, il tasso di adozione è quasi raddoppiato.
Anche se le care, vecchie password sono dure a morire, i segnali sono molto positivi: oggi il 64% dei lavoratori coinvolti nell’indagine utilizza l’autenticazione a più fattori, un aumento di 29 punti percentuali rispetto al 25% misurato a febbraio 2020. Se si considerano gli amministratori dei sistemi la percentuale sale al 90%.
I risultati del report mostrano però che l’adozione dell’MFA non è omogenea tra i diversi settori industriali e che, sorprendentemente, le grandi organizzazioni hanno tassi d’adozione minori rispetto alle realtà più piccole.
L’industria tecnologica è il settore con la più alta percentuale di adozione dell’autenticazione multifattore (87%), seguita dal settore assicurativo (77%) e dai servizi professionali (75%). È interessante (e preoccupante) notare che la situazione non è invece delle migliori per le realtà dei settori più regolamentati e a rischio: istituzioni governative e realtà sanitarie si posizionano in fondo alla lista, rispettivamente con tassi del 48% e 56% d’adozione. I mondi retail e dei trasporti registrano le percentuali più basse con il 42% e il 39% d’adozione.
Pixabay
Se si guarda alla dimensione delle organizzazioni, si nota una correlazione inversa tra il numero di dipendenti e il tasso d’adozione: le realtà con più di 20.000 dipendenti contano il tasso più basso (54%), mentre le imprese con meno di 700 dipendenti arrivano fino all’80%. Secondo Okta, tra i motivi che spiegano questo fenomeno c’è la difficoltà delle grandi aziende di rimpiazzare le vecchie infrastrutture e l’uso di più identity provider con diversi standard di protezione.
Stando ai dati del report, il metodo più diffuso per l’autenticazione multifattore è rappresentato dalle notifiche push (29%), seguite dagli SMS (17%) e i soft token (13%). Geograficamente, invece, la diffusione dei metodi di MFA è uniforme: le Americhe, l’EMEA e l’APAC presentano tutte tassi d’adozione molto simili (64%, 65% e 62%).
L’autenticazione multifattore, sottolinea Okta, è il metodo migliore per garantire maggiore sicurezza a utenti e sistemi, e ridurre di conseguenza le spese di cybersecurity. L’MFA introduce un livello di protezione aggiuntiva ormai imprescindibile e, rispetto alle password, è meno soggetta a errori.
Per migliorare la strategia di autenticazione aziendale, Okta consiglia l’adozione dell’autenticazione multifattore a ogni livello aziendale in sostituzione delle password, tramite la condivisione dei benefici con la C-suite. Gli amministratori dei sistemi dovrebbero inoltre seguire un approccio Zero-Trust per minimizzare i rischi e creare policy di accesso dinamiche che valutino gli attributi utente, il contesto del dispositivo usato per l’autenticazione e le caratteristiche di rete.
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