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Giu 13, 2022 Redazione news Attacchi, News, RSS 0
Delle normali operazioni legate al collegamento alle reti Wi-Fi, le “probe request”, possono portare al furto di dati sensibili. A scoprirlo uno studio dell’Università di Amburgo, in Germania, recentemente pubblicato.
Nel corso dell’esperimento alla base dello studio, avvenuto lo scorso novembre, i ricercatori hanno intercettato centinaia di migliaia di probe request dei cellulari dei passanti in una trafficata area pedonale. Hanno quindi esaminato il tipo di dati che vengono trasmessi all’insaputa dei proprietari dei dispositivi.
Le probe request aiutano i dispositivi mobili a scoprire le reti Wi-Fi attive e stabilire una comunicazione con l’access point disponibile, ossia un modem o un router. La maggior parte dei cellulari è alla costante ricerca di reti WiFi accessibili e vi si collega automaticamente se risultano sicure.
Alcuni esercizi commerciali usano le probe request per tracciare il comportamento dei clienti nei negozi, per esempio in quali aree si soffermano di più. Dato che il tracciamento è relativo solo a indirizzi MAC anonimizzati, non è vietato dalla normativa sulla privacy.
I ricercatori hanno però scoperto che, nel 23.2% dei casi esaminati (252.242 probe request in totale), le richieste trasmettevano anche i dati SSID (Service Set Identifier) delle rete a cui i dispositivi si erano precedentemente connessi.
In molti casi, i SSID contenevano anche delle stringhe numeriche che si ritiene corrispondano alle password di popolari router domestici tedeschi. In altri casi erano presenti dati come indirizzi email, nomi e residenze estive. I ricercatori sottolineano che “gli utenti (probabilmente per errore), inseriscono molti dati nel campo SSID”.
Questo espone al rischio di furto di dati, nel caso dei malintenzionati organizzino degli hotspot malevoli e il dispositivo vi si connetta automaticamente, e anche di tracciamento persistente. Le funzioni di protezione dei cellulari sono più potenti in quelli con i sistemi operativi più recenti e offrono una maggior tutela in iOS che in Android.
Per proteggersi è quindi importante aggiornare il proprio OS. Risulta inoltre utile rimuovere dal dispositivo gli SSIS che non vengono utilizzati. Si può inoltre, sia in Android sia in iOS, disattivare il collegamento automatico alle reti.
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