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Gen 10, 2020 Marco Schiaffino In evidenza, Malware, News, RSS, Scenario 0
Come resistere all’acquisto di uno smartphone Android nuovo fiammante a soli 35 dollari? Beh, un buon motivo per resistere in realtà c’è: sullo smartphone UMX U686CL ci sono due applicazioni malevole preinstallate.
Il caso è stato portato alla ribalta delle cronache da una lettera aperta pubblicata in questi giorni a firma di 53 associazioni di consumatori e per i diritti civili, con la quale gli autori hanno voluto denunciare le pratiche scorrette di molti produttori di telefoni low-cost.
Gli smartphone in questione, infatti, verrebbero messi in commercio con una dotazione software che comprende applicazioni pericolose o addirittura in grado di spiare il proprietario del dispositivo.
Secondo i dati citati nella lettera aperta, indirizzata direttamente a Google, i software in questione non rispondono agli standard di Google Play, tanto che il 91% delle app preinstallate sugli smartphone di fascia bassa non sarebbero disponibili sullo store ufficiale di Google.
Il caso specifico del modello UMX U686CL, però, è decisamente sconcertante per almeno tre motivi. Il primo è il tipo di malware individuato. Malwarebytes ha identificato il primo come Adups, un malware scoperto nel 2017 e che originariamente era parte del firmware di alcuni prodotti cinesi.
Il trojan è inserito in un’applicazione chiamata Wireless Update ed è programmato per istallare automaticamente altre applicazioni senza inviare alcuna notifica (o chiedere alcun permesso) all’utente.
Gli esperti hanno poi trovato qualcosa di strano anche nell’applicazione predefinita per gestire le impostazioni del dispositivo (chiamata Settings), che sarebbe in grado di installare adware sul telefono.
Il secondo motivo è che le applicazioni non possono essere rimosse in alcun modo. La loro eliminazione, infatti, è impossibile nel caso di Settings, mentre per quanto riguarda Wireless Update, la sua eliminazione impedirebbe gli aggiornamenti di sicurezza.
Il vero elemento che rende davvero surreale la vicenda, però, è un altro: lo smartphone prodotto da Unimax viene infatti venduto da Virgin Mobile come parte di un’offerta collegata all’iniziativa Lifeline Assistance.
Si tratta di un programma di sussidi avviato negli USA per consentire alle persone indigenti di acquistare un dispositivo per connettersi a Internet e che, si scopre adesso, ha in pratica promosso la diffusione di malware tra gli strati più poveri della popolazione.
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