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Dic 04, 2019 Marco Schiaffino Attacchi, In evidenza, News, RSS 1
Per i pirati informatici, Bitcoin e cripto-valute in generale non sono solo uno strumento. Spesso possono essere un bersaglio. La cronaca recente, infatti, ha registrato decine di attacchi (riusciti e falliti) nei confronti degli exchange che si occupano di compravendita di cripto-monete.
Di solito si tratta di classici attacchi che puntano a infiltrare i sistemi per ottenerne il controllo. Più raramente si verificano attacchi che prendono di mira direttamente la struttura delle cripto-valute, puntando per esempio a “inquinare” la blockchain.
Nel caso dell’attacco a Vertcoin (VTC), però, i pirati informatici hanno fallito e secondo gli operatori di Bittrex il loro tentativo di attacco gli sarebbe costato almeno 4.000 dollari.
Com’è possibile? Presto detto: l’attacco tentato ai danni di Bittrex (l’exchange che tratta prioritariamente Vertcoin) è del tipo “51%”, una modalità di attacco che punta ad alterare la blockchain per consentire ai pirati di usare due volte la stessa cripto-valuta.

La tecnica (per i curiosi c’è una spiegazione più dettagliata consultabile su questa pagina Web) fa leva sul principio di “democrazia” che ispira i sistemi di blockchain, per cui la veridicità dei dati è affidata alla maggioranza.
Semplificando il concetto, il sistema considera affidabile la blockchain più lunga, partendo dal presupposto che sia quella a cui ha contribuito il maggior numero di persone. Se i cyber-criminali riescono in questo intento, possono cancellare l’acquisto che hanno fatto e, in pratica, usare due volte la stessa cripto-valuta.
Inquinare la blockchain, però, non è facile. I pirati devono infatti immettere nel circuito una sua versione che sembri più completa di quella originale e, per farlo, devono riuscire a elaborare i blocchi più velocemente del resto del circuito.
Ed è qui che vanno incontro a dei costi. Secondo quanto ha scritto in un report James Lovejoy, che si occupa della manutenzione di Vertcoin, gli autori dell’attacco avrebbero “affittato” della potenza di calcolo tramite Nicehash spendendo tra 0,5 e 1 Bitcoin.
Quando i gestori di Bittrex hanno bloccato i wallet sospetti, infatti, i pirati erano riusciti a raggranellare solo 13.825 VTC, corrispondenti a circa 0,44 BTC. Insomma: facendo i conti, nell’operazione avrebbero perso tra i 400 e i 4.000 dollari.
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