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Nov 06, 2019 Marco Schiaffino Attacchi, In evidenza, Malware, News, RSS, Scenario 0
È una forzatura, ma possiamo dire che i Macro Malware sono i dinosauri del mondo della sicurezza informatica. Gli attacchi attraverso le istruzioni Macro (utilizzate dai documenti di testo e dai fogli di calcolo per automatizzare le operazioni) sono infatti tra i primi utilizzati dai cyber-criminali fin dagli anni ’90.
Dinosauri, però, che si stanno dimostrando estremamente resistenti. Ancora oggi, infatti, gli attacchi che sfruttano le Macro sono decisamente numerosi. In Italia, però, sembra che si tratti di una vera e propria emergenza.
A segnalarlo è Trend Micro, il cui sistema di rilevamento Smart Protection Network ha rilevato nel mese di settembre un numero di attacchi con Macro Malware tale da posizionare il nostro paese al quarto posto nel mondo dopo Giappone, Cina e Stati Uniti.
La società di sicurezza ha rilevato in Italia la bellezza di 1.812 attacchi, equivalenti al 7,7% di quelli individuati a livello globale nel corso del mese. Un dato, tra l’altro, che segna un netto aumento rispetto al mese precedente, quando l’Italia aveva “calamitato” solo il 3,8% di questo tipo di malware.
Quali sono le cause del successo (sigh!) dei Macro Malware? La prima è legata a una scarsa cultura della sicurezza. Da anni, infatti, l’attivazione delle funzionalità Macro richiede una conferma da parte dell’utente. Un accorgimento introdotto dagli sviluppatori software che, in teoria, dovrebbe mettere al riparo da attacchi di questo genere.
Evidentemente, però, sono ancora troppo poche le persone che capiscono quale sia il rischio collegato all’attivazione di questa funzionalità.
La seconda causa, che riguarda invece i casi in cui i pirati informatici trovano il modo di aggirare il sistema di controllo sfruttando delle vulnerabilità, è da individuare probabilmente nella pessima abitudine di non aggiornare regolarmente i software.
Le falle di sicurezza relative alle funzionalità Macro vengono infatti segnalate con grande tempestività e, normalmente, corrette attraverso patch di sicurezza. Se gli utenti non aggiornano i loro programmi, però, i software rimangono vulnerabili agli attacchi (abbastanza sporadici, per la verità) che permettono di attivare le Macro automaticamente. Insomma: il problema non è tecnico. È squisitamente legato al fattore umano.
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