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Lug 19, 2019 Marco Schiaffino In evidenza, News, Privacy, Prodotto, RSS, Scenario 0
Tutela della privacy, gestione responsabile dei dati, diritto all’oblio… teoricamente abbiamo in mano tutti gli strumenti per mantenere il controllo di ciò che condividiamo online e che viene registrato dai vari fornitori di servizio.
Nella pratica, però, il numero di persone che utilizzano davvero tutti questi strumenti è piuttosto esiguo. Il motivo? Oltre alla solita “scarsa sensibilità” sul tema, c’è anche il fatto che l’accesso alle funzionalità di questo tipo non sono sempre intuitive.
Se volessimo usare con un pizzico di malizia, potremmo dire che a concorrere a questa situazione c’è anche il fatto che i giganti del Web non hanno un grande interesse a incentivarne l’uso.
A cercare di sparigliare le carte ci ha pensato F-Secure. La società di sicurezza finlandese ha infatti inaugurato un nuovo servizio online chiamato Data Discovery Portal e accessibile a questo indirizzo.
Si tratta, in pratica, di un HUB che ci consente di raggiungere con un clic le sezioni dedicate alla gestione dei dati di diversi servizi: da Google ad Apple, da Facebook a Snapchat, fino a Twitter e Alexa.
Attenzione però: non ci troveremo di fronte a un sistema diverso da quello a cui potremmo comunque accedere normalmente. Semplicemente possiamo farlo in maniera decisamente più rapida.
La scelta di fare riferimento alle funzioni dei servizi stessi non è dettata da una forma di pigrizia, ma da una impostazione ben precisa. “Ciò che accade con la raccolta dei dati è una questione che riguarda interamente te e il servizio” spiega Erka Koivunen, Chief Information Security Officer di F-Secure. “Non vediamo – né vogliamo vedere – le tue impostazioni o i tuoi dati. Il nostro unico scopo è aiutarti a scoprire quanto delle tue informazioni è là fuori.”
Molte persone, infatti, tendono a sottovalutare la portata del fenomeno. “Spesso senti dire, ‘se non stai pagando, il prodotto sei tu.’ Ma i tuoi dati sono un asset per qualsiasi azienda, sia che tu stia pagando per un prodotto oppure no,” precisa Koivunen. “I dati permettono alle aziende tecnologiche di vendere miliardi in pubblicità e prodotti, alimentando quello che viene considerato come il più grande business nella storia del denaro.”
L’azienda cita un’indagine che ha condotto, dalla quale emerge che il 54% degli utenti Internet sopra i 25 anni teme che qualcuno violi i propri account social media. Bene, ma non benissimo.
La logica dell’operazione, spiegano dalle parti di F-Secure, è quella di fare in modo che aumenti la consapevolezza riguardo l’importanza di proteggere in maniera adeguata gli account di questi servizi.
“Sebbene gli utenti forniscano volontariamente queste informazioni, dovrebbero comprendere quali sono le implicazioni sulla privacy e la sicurezza che si generano col creare account che posseggono più dettagli sulla nostra identità di quanti potremmo condividere con la nostra famiglia,”conclude Koivunen. “Tutte queste informazioni potrebbero finire nelle mani di un hacker con una violazione o una compromissione di un account.”
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