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Dic 05, 2018 Marco Schiaffino Attacchi, Hacking, Intrusione, News, RSS 0
Una volta per uno non fa male a nessuno. O quasi. Dopo il clamoroso hack dei server del Democratic National Committee nel 2016, questa volta a cedere ai pirati informatici sono stati i sistemi del Partito Repubblicano.
A raccontarlo è Politico.com, che in un articolo pubblicato online nella giornata di ieri tratteggia i contorni di quella che sembra un’operazione di spionaggio in grande stile messa a segno nei confronti del partito di Donald Trump.
Stando a quanto si legge, gli hacker hanno instaurato un sistema di sorveglianza ai danni di quattro membri anziani del National Republican Congressional Committee, che per mesi ha permesso di leggere tutte le email inviate e ricevute dagli account compromessi.
I repubblicani, stando a quanto ricostruisce Politico.com, si sarebbero accorti dell’intrusione lo scorso aprile e avrebbero avviato un’indagine per chiarire i contorni della vicenda. Curiosamente, però, la leadership del partito (a partire dal portavoce Paul Ryan e dal leader del partito alla Camera Kevin McCarthy) sarebbero stati tenuti all’oscuro di tutta la vicenda.
La scelta sarebbe stata dettata dalla volontà di non pregiudicare le investigazioni rendendo pubblica la notizia dell’hack.

La notizia, però, ha scosso l’opinione pubblica, soprattutto perché il tutto è coinciso con un periodo in cui il Partito Repubblicano era impegnato in una tornata elettorale in cui ha perso il controllo della Camera.
Molti commentatori, inoltre, hanno immediatamente sottolineato come la notizia rappresenti una (ennesima) sconfessione delle teorie di Donald Trump, che commentando la violazione dei sistemi del Partito Democratico nel 2016 aveva asserito che il Partito Repubblicano ha migliori competenze nella sicurezza informatica.
“Il Democratic National Committee dovrebbe vergognarsi per aver subito un hacking” aveva dichiarato Trump. “Hanno cattive difese e si sono messi nelle condizioni di essere hackerati”.
Sull’attacco subito dai repubblicani sta ora investigando l’FBI e i sospetti si sarebbero concentrati, tanto per cambiare, su gruppi hacker collegati ai servizi segreti russi.
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