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Ott 24, 2018 Andrea Battaglia News, RSS, Vulnerabilità 0
E due: sembra proprio che SandboxEscaper, il ricercatore di sicurezza che a fine agosto aveva reso pubblica una vulnerabilità zero-day di Windows, ci abbia preso gusto.
Anche questa volta la falla di sicurezza è stata resa pubblica senza alcun riguardo per le regole della “responsible disclosure”, cioè senza avvisare in anticipo Microsoft per consentirle di correggere il bug prima che diventasse pubblico.
La vulnerabilità, verificata dai ricercatori del CERT, è molto simile alla precedente e consente, nel dettaglio, di agire con permessi più elevati di quelli dell’account in uso. Nel dettaglio, il trucchetto consente di cancellare file che non dovrebbero essere accessibili in scrittura a chi non possiede i privilegi di amministratore.
https://t.co/1Of8EsOW8z Here’s a low quality bug that is a pain to exploit.. still unpatched. I’m done with all this anyway. Probably going to get into problems because of being broke now.. but whatever.
— SandboxEscaper (@SandboxEscaper) 23 ottobre 2018
La colpa è di Microsoft Data Sharing (dssvc.dll), un servizio locale che, a quanto pare, è stato introdotto di recente da Microsoft. La falla, infatti, interessa solo Windows 10, Server 2016 e Server 2019. Il servizio, infatti, non è presente nelle versioni precedenti del sistema operativo Microsoft.
Come nel caso precedente, il bug non rappresenta di per sé un grande pericolo, ma rappresenta sicuramente uno strumento che i pirati possono usare per agire con maggiore libertà.
Una possibilità tutt’altro che remota, visto che il precedente bug era stato sfruttato da un gruppo di cyber-criminali per “irrobustire” un trojan dopo una sola settimana dalla pubblicazione da parte di SandboxEscaper.
Ora dalle parti di Redmond dovranno darsi da fare per riuscire a correre più dei pirati informatici che sono interessati a sfruttare il nuovo bug.
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