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Ago 02, 2018 Marco Schiaffino Malware, News, RSS 0
La rimozione di app infette da Google Play ormai non fa più notizia, ma nel caso riportato da Palo Alto Networks c’è un elemento piuttosto curioso: le app in questione contenevano un malware pensato per funzionare sui computer con sistema Windows.
Il codice malevolo, inserito sotto forma di un file PE nel codice delle app, sarebbe un classico keylogger in grado di registrare tutto ciò che viene digitato sul computer.
Lo strano “ospite indesiderato” è stato rinvenuto in 145 app (alcune delle quali con un migliaio di download) disponibili su Google Play.
Come spiegano i ricercatori sul blog della società di sicurezza, non si tratta di una strategia di attacco cross-platform, ma di un classico caso di “infezione da filiera”. Tutte le app, infatti, sono state pubblicate dallo stesso sviluppatore e in un periodo di tempo molto limitato: tra ottobre e novembre 2017.
Insomma: secondo gli analisti la presenza del malware all’interno del codice delle app sarebbe dovuta al fatto che il programmatore stesso sarebbe stato vittima di un attacco.
Molti pirati informatici programmano infatti i loro malware in modo che una volta infettato un computer copino il loro codice in tutte le cartelle. Si tratta di una sorta di “vettore di attacco alternativo” piuttosto comune e che in questo caso potrebbe avere interessato le cartelle in cui era contenuto il codice delle app in sviluppo.
Il livello di rischio collegato all’episodio, in ogni caso, è piuttosto basso. Il malware non è infatti in grado di funzionare sui dispositivi Android e, per colpire un PC, sarebbe necessario che il proprietario collegasse il dispositivo al computer, copiasse sul disco l’APK dell’app e avviasse l’esecuzione del file PE. Insomma: bisogna proprio andare a cercarsela.
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