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Giu 11, 2018 Marco Schiaffino Attacchi, Hacking, Malware, News, RSS 0
Il colpo è stato messo a segno il 24 maggio scorso, ma la conferma ufficiale da parte del Banco de Chile è arrivata solo a più di due settimane dal fatto, il 9 giugno.
Stando a quanto si può ricostruire attraverso gli articoli di stampa comparsi sul Web e un report di Trend Micro (che non cita esplicitamente la vittima dell’attacco) il colpo avrebbe fruttato 10 milioni di dollari, sui quali i cyber-criminali sarebbero riusciti a mettere le mani dopo un attacco attentamente pianificato che ha devastato i sistemi informatici dell’istituto di credito.
Tutto è cominciato quando i sistemi del Bando de Chile sono stati colpiti da una variante di KillDisk, un malware piuttosto conosciuto (ne abbiamo parlato in questo articolo) che ha un unico obiettivo: rendere inutilizzabile il computer infetto cancellando tutti i dati e sovrascrivendo il Master Boot Record.
KillDisk era già stato utilizzato in America Latina all’inizio dell’anno. Questa volta, però, il suo impatto è stato devastante. Come riporta Bleeping Computer, su Internet è comparsa una schermata di una conversazione in chat che parla di “500 server e 9.000 computer formattati” dal malware.
Secondo i ricercatori di sicurezza, KillDisk sarebbe stato realizzato dagli stessi autori di NotPetya. Il suo obiettivo è semplice: rendere inutilizzabile il computer colpito.
Abbastanza per mandare completamente in tilt la banca, obbligandola a sospendere molti dei servizi ai clienti per diversi giorni.
Mentre i responsabili della sicurezza si occupavano di fronteggiare l’emergenza, però, i pirati ne hanno approfittato per colpire il loro vero obiettivo: il collegamento al sistema SWIFT, utilizzato dagli istituti di credito per eseguire trasferimenti di denaro sul circuito interbancario.
A quanto pare, il loro piano ha funzionato alla perfezione e i pirati informatici sono riusciti a mettere le mani sulla bellezza di 10 milioni di dollari, trasferiti attraverso quattro transazioni separate.
Non è la prima volta che il circuito SWIFT viene utilizzato per mettere a segno colpi milionari. La partita, però, non è finita. Come dimostrano i precedenti casi di cronaca, infatti, prima di potersi godere il bottino i pirati informatici devono riuscire a far “sparire” i soldi. E non è facile.
Molti attacchi di questo, infatti, tipo sono stati scongiurati anche a distanza di diversi giorni, attraverso il blocco dei trasferimenti che di solito vengono usati per far perdere le tracce delle somme sottratte.
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