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Apr 09, 2018 Marco Schiaffino Attacchi, News, RSS, Vulnerabilità 1
Come se non bastassero le schermaglie a livello diplomatico, ad alzare la tensione tra USA, Russia e Iran ora ci si mettono anche i “vigilantes” della rete.
L’episodio, avvenuto lo scorso venerdì, vede come protagonista un gruppo hacker che si fa chiamare “JHT”. Il loro attacco (segnalato da Kaspersky nella stessa giornata) ha provocato non pochi problemi, con rallentamenti nelle connessioni registrati a livello globale.
I JHT hanno utilizzato un bot che ha preso di mira i router Cisco, sfruttando una vulnerabilità (CVE-2018-0171) del Cisco Smart Install Client emersa alla fine di marzo. Il bug consente di avviare esecuzione di codice in remoto e il gruppo hacker l’ha sfruttato per sovrascrivere il file di configurazione dei dispositivi mettendoli fuori uso.
Le motivazioni del gruppo hacker sarebbero politiche. Il bot utilizzato, infatti, oltre a bloccare i dispositivi, visualizza il messaggio “Don’t Mess With Our Elections” (non impicciatevi nelle nostre elezioni) con chiaro riferimento alle presunte “interferenze” nelle elezioni presidenziali USA del 2016 da parte della Russia.
Il messaggio è piuttosto laconico, ma i toni utilizzati dagli hacker non lasciano dubbi sull’ispirazione “patriottica” della loro azione.
La rivendicazione dell’attacco, con maggiori dettagli, è stata inviata al sito di news tecnologiche Motherboard, in cui i JHT sostengono di aver eseguito un “attacco mirato” a quelli che considerano evidentemente come “nemici dell’occidente”.
Nei loro messaggi, infatti, gli hacker dicono di aver individuato tutti i dispositivi vulnerabili all’attacco ma di aver agito in maniera differente a seconda della loro collocazione geografica. Nel caso di quelli situati negli USA e in paesi “amici” come il Regno Unito, avrebbero installato una patch per correggere la vulnerabilità.
Nei paesi di aria russofona (ma nel calderone c’è finito anche l’Iran) l’azione avrebbe invece portato al black out dei sistemi e alla visualizzazione di quello che definiscono “un semplice messaggio”.
Secondo quanto riportano fonti internazionali, l’attacco avrebbe colpito circa 200.000 dispositivi, di cui 3.500 in Iran. Il danno, però, sarebbe stato piuttosto limitato. Nel giro di poche ore tutti i router sarebbero tornati in funzione sen grossi problemi.
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